In un mondo in cui i movimenti migratori diventano sempre più importanti e in cui le scuole accolgono molti bambini che parlano l’italiano come seconda lingua o propongono l’inglese o un’altra lingua straniera già ai primissimi anni di istruzione, un gruppo di scienziati si è posto delle interessanti domande, ad esempio in che modo il bilinguismo influenza il nostro modo di pensare? E che effetti ha questo sulla salute del nostro cervello?
La ricerca è comparsa nel numero attuale della rivista Psychological Science in the Public Interest e vede autori Ellen Bialystok (York University), Fergus Craik I. Mm (Rotman Research Institute), David W. Green (University College London), e Tamar H . Gollan (University of California, San Diego). Lo studio rivede le ultime ricerche sul bilinguismo e i modi in cui conoscere due lingue può modificare le funzioni cerebrali, anche riguardanti le zone del cervello non direttamente coinvolte nella comunicazione.
I bambini che apprendono due lingue dalla nascita raggiungono gli stessi traguardi di base (ad esempio, la loro prima parola) dei bambini monolingui, ma possono utilizzare diverse strategie per l’acquisizione del linguaggio. Anche se i bilingui tendono ad avere più ristretti vocabolari per ogni lingua rispetto ai bambini che conoscono una spla lingua, i bilingui possono avere un vantaggio quando si tratta di alcuni compiti cognitivi non verbali. I bilingui tendono ad avere risultati migliori rispetto monolingui su esercizi che richiedono un’alta concentrazione e la commutazione tra due o più compiti diversi.
Gli autori notano che “quando un bilingue parla due lingue regolarmente, parlare in una sola di queste lingue richiede l’utilizzo della rete di controllo per limitare interferenze da altre lingue e per garantire il continuo dominio della lingua che si sta usando in quel momento.”
Benefici per il cervello. Il vantaggio dei bilingue nel controllo dell’attenzione e delle funzioni cognitive può avere importanti benefici di lungo termine. prove preliminari suggeriscono anche che il maggiore impiego di questi sistemi può proteggere il loro cervello contro l’Alzheimer.
Le differenze tra monolingui e bilingui hanno anche importanti implicazioni cliniche. Ad esempio, i test sulla padronanza dei termini o sulla ricchezza del vocabolario comunemente usati dagli psicologi possono non rispecchiare con precisione le capacità linguistiche di chi sa più di una lingua. Secondo gli autori, “i bilingui con punteggio inferiore alla media possono essere erroneamente diagnosticati come affetti da insufficienza, quando non è presente, o possono essere diagnosticati come ‘normali per essere dei bilingue’, anche se esiste un’insufficienza e sarebbe necessario un intervento”.