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Pannelli solari cinesi, inchiesta formale su dumping suscita reazioni positive

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 08.09.2012

Pannelli solariDopo che la Commissione Europea ha accolto la denuncia dei produttori di pannelli solari europei sulla concorrenza sleale dei produttori cinesi, le reazioni degli interessati sono di apprezzamento. L’organo di governo europeo ha infatti accettato di iniziare un’indagine formale per capire se la Cina – il più grande produttore mondiale di tecnologia per le energie rinnovabili – sia mettendo in pratica metodi di dumping per bruciare il terreno della concorrenza europea, invadendo il mercato con pannelli solari a prezzi al di sotto del valore di mercato.

Se i sospetti saranno confermati, l’UE potrebbe tassare i pannelli cinesi con pesanti dazi sull’importazione, che farebbero tornare competitivi i pannelli prodotti in Europa.

L’inchiesta ufficiale è partita dalla denuncia sporta dal gruppo di aziende europee UE Pro Sun, che a luglio aveva accusato i rivali cinesi di portare avanti pratiche commerciali sleali che hanno permesso di conquistare l’80% del mercato europeo in pochissimi anni.

L’associazione, con più di 20 soci guidati da SolarWorld in Germania, sostiene che i pannelli cinesi siano troppo a basso costo, e che questo ha portato al fallimento di numerose aziende europee produttrici si tecnologia fotovoltaica.

“Se la Cina distrugge l’industria solare dell’UE, tutti i settori manifatturieri europei e i posti di lavoro sono in pericolo”, ha detto il presidente di ProSun Milan Nitzschke in un comunicato.

Ma non tutti hanno accolto con favore l’annuncio della Commissione. Non i produttori cinesi, ovviamente, che vedono in pericolo uno dei più grandi mercati mondiali, dopo che gli USA hanno già adottato sistemi di difesa contro i pannelli low cost di importazione. Anche Canadian Solar, che produce sia in Canada che in Cina, si è detta contraria alle accuse e all’inchiesta della Commissione Europea.

In Italia, il Comitato IFI (Industrie Fotovoltaiche Italiane), l’associazione che raccoglie oltre l’80% dei produttori italiani di celle e moduli fotovoltaici e che, attraverso una larga partecipazione dei suoi membri, sostiene le azioni di EU ProSun, dichiara la propria soddisfazione alla notizia dell’avvio formale dell’investigazione antidumping da parte della Commissione Europea.

Il Presidente Alessandro Cremonesi ha detto in un comunicato: “Abbiamo l’opportunità di conoscere la realtà dei fatti: nel 2011 il mercato delle installazioni fotovoltaiche in Italia ha primeggiato a livello globale con oltre 9 GW di potenza generata. Di questi solo 500 Mw sono stati originati dall’industria italiana che si è trovata paradossalmente a operare sotto il 50% della propria capacità produttiva, con aziende che si sono trovate nella condizione di dichiarare lo stato di insolvenza, fermare le attività e chiamare la cassa integrazione. Tutto questo per non essere riusciti a competere sul mercato rispetto ad un prezzo di dumping praticato dalle aziende cinesi. Se le responsabilità saranno appurate, come confidiamo, sarà necessario ricorrere a meccanismi che riportino in equilibrio il mercato”.

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