Il business delle acque minerali inizia la sua battaglia contro le caraffe filtranti, che minacciano il mercato più grande del pianeta e in cui i grandi gruppi stranieri hanno enormi interessi. Ed ecco che arriva la denuncia da parte di Mineracqua, l’associazione dei produttori di acqua minerale, ai produttori di caraffe filtranti. A seguito della denuncia, i magistrati romani hanno aperto un’inchiesta.
Forse in tempi di crisi economica – solo un italiano su 5 quest’anno andrà in vacanza – gli italiani si sono iniziati a domandare il perché dell’insana abitudine a comprare casse e casse di acqua minerale quando dal rubinetto, in gran parte d’Italia, sgorga un’acqua di qualità eccelsa.
Oggi le caraffe filtranti, che si sono diffuse in questi ultimi anni e che sono state oggetto di un’intensa campagna pubblicitaria della catena di supermercati Coop, tolgono anche il sapore di cloro e la ‘pesantezza’ dei minerali contenuti nell’oro blu. E per questo diventano un oggetto pericolosissimo, forse soprattutto per i lauti guadagni dei produttori di acqua minerale.
Le accuse alle caraffe sono di impoverire l’acqua di calcio e magnesio, componenti che già si trovano abbondantemente nei cibi. Poi c’è il paventato rischio di accumulo di batteri. Tutte accuse, queste, che i magistrati dovranno accertare.
Intanto, la Brita ha risposto dicendo di “non aver rilevato nessun rischio per la salute a seguito dell’utilizzo delle caraffe filtranti. Inoltre i filtri dispongono delle autorizzazioni ministeriali di Germania e Austria”.
E se la Germania ha approvato l’uso delle stesse caraffe nel suo territorio, c’è da sollevare più di un sopracciglio sul motivo della denuncia di Mineracqua, che chiaramente fa l’interesse dei propri confederati.