La diabulimia è una nuova patologia legata al diabete di tipo 1. Avviene quando si sospendono le iniezioni di insulina per evitare di ingrassare. E’ una patologia estremamente pericolosa che può portare anche alla morte.
A lanciare l’allarme sono stati gli esperti britannici. Nello specifico questo disturbo riguarda soprattutto le donne fra i 15 e i 30 anni. Sono donne che soffrono di diabete 1, cioè la loro produzione di insulina non è correttamente regolata. Perciò queste pazienti devono iniettarsi diverse dosi di insulina ogni giorno.
In genere le pazienti quando scoprono di avere il diabete di tipo 1 sono piuttosto magre, proprio a causa della malattia. Quando iniziano a fare le iniezioni, però, può capitare che ingrassino.
E’ in questi casi che può inserirsi la Diabulimia, ossia la bulimia diabetica. Le donne, per tornare alla loro forma fisica che risale a prima della scoperta della malattia, sospendono le iniezioni di insulina. Ma questo può essere loro fatale.
Yolanda Acuna Ocana fu un caso di diabulimia che fece molto parlare. Yolanda Acuna Ocana morì a 39 anni alla fine dell’aprile del 2011 sospendendo le sue iniezioni di insulina.
Oggi alcune associazioni stanno chiedendo il riconoscimento della patologia come disturbo mentale e gli esperti della Diabetes UK insistono nel mettere in guardia le donne che soffrono di diabete 1.
Cathy Moulton, consulente clinico presso Diabetes UK ha spiegato: “Un sintomo di non diagnosticato diabete di tipo 1 è la perdita di peso – ma una volta che una persona comincia ad assumere insulina mette su peso e questo può essere difficile da gestire”.
Secondo il gruppo americano Diabulemia Helpline, i diabetici hanno 2,5 volte in più di probabilità di avere un disturbo alimentare e inoltre ricerche hanno dimostrato che il 40% delle donne fra i 15 e i 40 anni gestiscono la loro insulina in modo da perdere peso.
Fino al 2009 la patologia era sconosciuta e non era inserita neanche nelle linee guida generali.
Ora il riconoscimento della patologia come disturbo mentale e alimentare, così come lo sono già bulimia e anoressia potrebbe significare aiutare coloro che ne soffrono, attraverso assistenza, informazione e ricerche.