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HIV: l’autotest per superare lo stigma

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 03.04.2013

L’HIV porta con sè ancora, nonostante trent’anni di informazione e comunicazione, lo stigma della malattia. Ed è proprio lo stigma a compromettere le azioni di prevenzione: i contagi continuano ad essere troppo numerosi perchè sono ancora troppe le persone che sono contagiate, ma non lo sanno e diventano  così a loro volta veicoli inconsapevoli della malattia. Per questo, come sostenuto in un nuovo studio internazionale, l’autotest può essere una soluzione per combattere l’epidemia globale.

HIV_test_orale

Un nuovo studio internazionale ha confermato che l’auto-test per l’HIV è efficace e potrebbe essere la risposta a controllare l’epidemia globale. Lo studio condotto dall’Istituto di ricerca del Centro per la salute della McGill University (RI-MUHC), mostra che l’ auto-test per l’HIV rimuove gran parte della paura e lo stigma associato al test  per la malattia. Lo studio, pubblicato su PLoS Medicine è il primo del suo genere e potrebbe aprire la strada per la diagnosi precoce e il trattamento in tutto il mondo, in modo da ridurre la trasmissione.

Lo screening preventivo è efficace, ma è limitato da un problema sociale, secondo il dottor  Nitika Pant Pai, primo autore dello studio.

Secondo l’UNAIDS il 50 per cento delle persone che vivono con l’HIV in tutto il mondo non sono a conoscenza del loro status  e circa 2,5 milioni di persone si infettano ogni anno. Il dottor Pant Pai è fermamente convinto che l’accesso ad un auto-test dell’HIV collegato a sistemi di consulenza  contribuirà a espandere l’accesso allo screening e a ridurre il giudizio e gli atteggiamenti di paura attorno al test dell’ HIV.

Gli auto-test vengono eseguiti con dei tamponi orali. Si tratta di un metodo non invasivo, comodo, che garantisce la riservatezza perchè si può fare a casa, ed è veloce, producendo risultati in 20 minuti. I risultati sono auto-interpretati e richiedono perciò la conferma in una clinica medica, se positivi.

Pant Pai ed i suoi colleghi hanno deciso di esaminare l’auto-test sulla base di strategie di accettabilità, fattibilità e  precisione e il tasso di diagnosi che hanno poi portato ad una cura.

Perciò hanno esaminato 21 studi in tutto il mondo e hanno scoperto che sono state  distinte due strategie di auto-test: l’auto test con supervisione di un operatore sanitario oppure fatto in autonomia ( con consulenza disponibile per telefono o via internet).  La maggior parte dei dati provengono da studi effettuati in paesi a diverso reddito tra cui Stati Uniti, Canada, Spagna e Paesi Bassi, così come  Kenya, Singapore, Malawi e India.

Attraverso i vari studi, i ricercatori hanno osservato che l’accettabilità era molto alta per entrambi gli autotest. Hanno anche visto che il tampone orale è preferibile alle analisi del sangue. “La preferenza è stata in gran parte determinata dal fatto che i test orali non sono invasivi, sono invece comodi, facili “, spiega il Dr. Pant Pai. “In molti hanno chiesto di poter far eseguire il test anche ai partner a casa”.

Il progetto è finanziato dal governo del Canada. “Il Canada ha un pool di talenti dedicato a perseguire idee coraggiose che possono avere un grande impatto nel mondo in via di sviluppo”, ha spiegato il Dott. Peter A. Singer, CEO del progetto Grand Challenges Canada. “Grand Challenges Canada è orgogliosa di sostenere innovatori come il dottor Pant Pai, perché faranno la differenza per molte vite.”

Il Dr. Pant Pai e i colleghi sollecitano quindi i responsabili politici in tutto il mondo a guardare i risultati comprovati e a pensare il modo migliore per mettere in pratica queste strategie nei loro paesi. “Abbiamo fatto grandi progressi con gli strumenti biomedici, i farmaci e le strategie, ma non abbiamo ancora risolto lo stigma legato alla malattia. Oggi è giunto il momento per soddisfare le preferenze e gli stili di vita dei pazienti, al fine di ampliare l’accesso allo screening.”

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