Troppi parti cesarei in Italia. E’ quanto annuncia Ministero della Salute, che vuole indagare il motivo dell’anomalia italiana a livello internazionale. Anche se qualche sospetto c’è: se un ospedale pratica il parto cesareo ottiene un rimborso dal Sistema Sanitario Nazionale circa doppio di un parto normale, circa 2500 euro.
Secondo il moninstero ben il 43% dei primi parti è ingiustificato, e questo prefigura uno sperpero di soldi pubblici, circa 80 milioni di euro l’anno.
In Italia ogni anno nasce quasi mezzo milione di bambini, e quasi un bambino su 3 col parto cesareo, mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità fissa il numero al 15%, la metà. E il ministero lancia strali contro i “dati molto preoccuopanti”. Secondo Balduzzi “ci vuole un intervento ulteriore. E’ un forte campanello d’allarme perché i dati ci dicono che ci sono comportamenti opportunistici sui quali bisogna intervenire”.
In alcune regioni italiane c’è una vera “epidemia” di parti cesarei, come la Sicilia (78%), le Marche (74%), la Puglia (56%), l’Umbria (55%) e la Campania (46%) che sono ben al di sopra della media italiana.
Verificando a campione 3.273 cartelle cliniche di 78 strutture pubbliche e private, il Ministero ha scoperto strane diagnosi, come la frequentissima “posizione anomala del feto”, caso fortemente associato al cesareo, arrivando in certi casi anche al 50% dei casi, cosa assolutamente al di sopra della media italiana del 9%.