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Negli adolescenti il binge drinking (bere compulsivamente fino a ubriacarsi) fa rischiare la depressione in futuro

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 17.11.2010

Binge drinkingGli adolescenti che attuano il cosiddetto binge drinking, cioè bevono fino a ubriacarsi pesantemente, possono mettere se stessi a rischio di sviluppare disturbi dell’umore come ansia e depressione in età adulta, secondo un rapporto dei ricercatori della Loyola University Health System.

Il nuovo studio ha trovato che l’esposizione delle cavie adolescenti a grosse quantità di alcol altera permanentemente il sistema che produce gli ormoni in risposta allo stress. Questa perturbazione degli ormoni dello stress “potrebbe portare a comportamentali e/o disturbi dell’umore in età adulta”, avvertono i ricercatori.

Il principale autore dello studio, Toni Pak, e colleghi hanno descritto i loro risultati ieri 15 novembre alla riunione annuale della Society for Neuroscience di San Diego.

Anche se occorre cautela nel ricondurre i risultati di studi condotti sugli animali direttamente all’uomo, i dati suggeriscono un meccanismo attraverso il quale il binge drinking negli adolescenti potrebbe causare problemi di salute mentale in età adulta, ha detto Pak.

“L’esposizione di giovani all’alcol potrebbe definitivamente compromettere le normali connessioni nel cervello che si dovrebbero sviluppare appieno per garantire le corrette funzioni del cervello nella successiva età adulta”.

Il binge drinking può manifestarsi quando una donna beve almeno quattro porzioni di alcol e un uomo almeno 5 in una sola occasione. I bevitori pesanti possono consumare anche 10-15 bevande. Il binge drinking inizia di solito intorno ai 13 anni e arriva a picchi tra i 18 e 22 anni, per poi scendere progressivamente. Il 36% dei giovani di età compresa tra i 18 e i 20 anni ha riferito almeno un episodio di binge drinking negli ultimi 30 giorni negli Stati Uniti, secondo la Substance Abuse and Mental Health Services Administration.

Lo studio di Loyola ha esaminato gli effetti a lungo termine di alcol sulla produzione di corticosterone, un ormone dello stress, nei ratti. (L’ormone dello stress equivalente negli esseri umani è il cortisolo).

Gli esseri umani e i ratti producono gli ormoni dello stress in risposta a stress fisico o psicologico. Ad esempio, in una situazione di “lotta o fuga”, una scossa di cortisolo fornisce una sferzata di energia e una minore sensibilità al dolore, mentre vengono soppresse le funzioni che non sono immediatamente necessarie, come la digestione. Tuttavia, l’esposizione cronica al cortisolo e a altri ormoni dello stress è stata collegata alla depressione, a malattie cardiovascolari e ad altri problemi.

Nello studio, i ricercatori hanno esposto topi adolescenti ad 8 giorni di una specifica sequenza di binge drinking: tre giorni di abbuffate di alcol, due giorni di riposo, poi altri tre giorni di abbuffate. Nei giorni di baldoria, ai ratti è stato inniettato alcol sufficiente ad alzare la concentrazione nel sangue tra 0,15 per cento e 0,2 per cento. (Negli esseri umani tali concentrazioni sarebbero da circa 2 a 2,5 volte superiori al limite di 0,08 legale per la guida.) Un gruppo di ratti di controllo ha ricevuto iniezioni di soluzione salina.

Un mese più tardi, quando i topi erano diventati giovani adulti, sono stati esposti ad uno dei seguenti tre regimi terapeutici: iniezioni di soluzione salina, una iniezione di alcol una sola volta o uno schema di esposizione a grandi quantità di alcol. L’alcol è una forma di stress, quindi non sorprende che gli animali che avevano ricevuto una sola “sbronza” hanno prodotto più quantità dell’ormone dello stress, il corticosterone. Ma un dato più significativo è stato che tra i ratti che avevano ricevuto l’alcol durante l’adolescenza, c’è sato un picco significativamente più grande nella produzione di corticosterone quando hanno ricevuto l’alcol in età adulta. Questi ratti avevano anche un livello di base inferiore di corticosterone rispetto ai ratti che erano rimasti “sobri” durante l’adolescenza. Questi risultati suggeriscono che l’esposizione di alcol durante la pubertà altera in modo permanente il sistema con cui il cervello fa scattare nell’organismo la produzione di ormoni dello stress.

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