L’agopuntura è un’antichissima pratica cinese che oggi si è diffusa in tutto il mondo, usata per guarire molte patologie e che viene vista da molti medici occidentali come poco più che placebo. Tuttavia, non è mai stato semplice stabilire scientificamente la sua efficacia. Ora, utilizzando la risonanza magnetica funzionale (fMRI), i ricercatori hanno catturato le immagini del cervello di pazienti che stavano facendo un’esperienza di stimolo doloroso, con e senza agopuntura, per determinare gli effetti dell’agopuntura su come il cervello elabora il dolore. I risultati dello studio, che secondo i ricercatori suggerisce l’efficacia dell’agopuntura, sono stati presentati il 30 novembre alla riunione annuale della Radiological Society of North America (RSNA).
Nel 1997 l’Associazione medica americana ha detto che non c’erano evidenze sufficienti per considerare l’agopuntura un metodo efficace di trattamento, mentre nel 2003 un dipartimento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stilato un elenco di malattie curabili con l’agopuntura. In Italia solo i medici la possono praticare ai pazienti e chi viene dall’estero deve sostenere un esame di stato.
“Fino ad ora, il ruolo dell’agopuntura nella percezione ed elaborazione del dolore è stata controversa”, ha detto il ricercatore Nina Theysohn del Dipartimento di Diagnostica e Radiologia Interventistica e di Neuroradiologia all’ospedale dell’università di Essen, in Germania. “La risonanza magnetica funzionale ci offre l’opportunità di osservare direttamente le aree del cervello che si attivano durante la percezione del dolore e vedere le variazioni che si verificano con l’agopuntura.”
La risonzanza funzionale misura le piccole variazioni metaboliche che avvengono in una parte attiva del cervello, mentre il paziente esegue un compito o è esposto ad uno stimolo esterno specifico.
Nello studio, condotto in stretta collaborazione con il Dipartimento di medicina complementare e integrativa presso l’Università di Duisburg-Essen, 18 volontari sani sono stati sottoposti a risonanza magnetica funzionale, mentre venivano sottoposti ad uno stimolo elettrico doloroso alla caviglia sinistra. Gli aghi per l’agopuntura sono stati poi messi in tra zone sul lato destro, anche tra le dita dei piedi, sotto il ginocchio, e vicino al pollice. Con gli aghi in posizione, è stata ripetuta la risonanza, mentre la caviglia sinistra è stata esposta nuovamente a piccole scosse elettriche. I ricercatori hanno poi confrontato le immagini e i dati ottenuti dalle sessioni di risonanza senza agopuntura a quelli delle sessioni con agopuntura.
“L’attivazione delle aree cerebrali coinvolte nella percezione del dolore era significativamente ridotta o modulata con l’agopuntura,” ha detto il Dott. Theysohn.
In particolare, la risonanza funzionale ha rivelato una significativa attivazione delle zone preposte al dolore e alla reazione motoria agli stimoli dolorosi durante la stimolazione elettrica senza agopuntura. Durante l’agopuntura, l’attivazione nella maggior parte di queste aree di elaborazione del dolore nel cervello è stata significativamente ridotta.
Secondo il dottor Theysohn, oltre agli effetti specifici sul segnale doloroso, l’agopuntura agisce anche sull’attivazione cerebrale delle aree che governano le aspettative di dolore dei pazienti, similarmente ad una risposta analgesica dovuta al placebo.
L’insula anteriore, per esempio, gioca un ruolo nel trasformare la sensazione di dolore in cognizione e rappresenta una componente soggettiva della sensazione di dolore. La riduzione di attivazione della corteccia somatosensoriale primaria e dell’insula durante l’agopuntura indica una modulazione indotta dall’agopuntura della codifica sensoriale dello stimolo doloroso.
“L’ipotesi è che l’agopuntura agisca attraverso almeno due meccanismi, gli effetti non specifici basati sull’aspettativa del dolore, e la modulazione specifica del segnale di dolore in arrivo,” ha detto il Dott. Theysohn. “I nostri risultati confermano l’esistenza di entrambi questi meccanismi non specifici e specifici, il che suggerisce che effettivamente l’agopuntura può aiutare ad alleviare il dolore.”