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Super batteri, allarme dell’OMS su grave rischio per la popolazione

Scritto da Paolo Ferrante il 07.04.2011

SuperbugPensavamo che morire per una ferita infetta o per una  bronchite fosse ormai un ricordo del passato. Ma il diffondersi di batteri – e quindi di infezioni – antibiotico-resistenti sta mettendo in pericolo questa sicurezza. Il fenomeno ha infatti raggiunto dimensioni preoccupanti e i farmaci esistenti non riescono più a fare nulla contro questi “superbug”. E gli esperti sanitari europei mettono in guardia.

Secondo le stime dell’OMS ogni anno nell’Unione Europea più di 25.000 persone muoiono a causa di infezioni batteriche che non trovano nessun argine da parte dei nostri farmaci antibiotici, in quanto i batteri che le causano hanno sviluppato una resistenza ad essi. L’OMS ha detto che la situazione ha raggiunto un punto critico e che è necessario cercare nuovi farmaci.

Se il trend di aumento delle infezioni incurabili dovesse continuare (e continuerà senza nuovi farmaci) presto potremmo tornare a morire per un parto o per un’operazione chirurgica. Questo scenario da incubo è a un passo dal divenire realtà.

Un esempio presente nelle cronache di questi giorni è il superbatterio indiano chiamato NDM-1, un gram-negativo recentemente trovato anche in alcuni pazienti in Europa. L’NDM-1 è diffusissimo in India, tanto che è stato trovato anche nell’acqua potabile da una recente ricerca pubblicata su Lancet, e si trasferisce attraverso l’intenso traffico di persone e merci da un capo all’altro del mondo.

L’ultima difesa contro questo tipo di batteri, gli antibiotici carbapenemici, è crollata. Gli esperti hanno infatti trovato batteri resistenti anche a questi farmaci.

Chirurgia in pericolo

Senza la scoperta e lo sviluppo degli antibiotici, non solo non potremmo curare banali infezioni, ma non sarebbe possibile nemmeno la chirurgia. Pensiamo alle tecniche di trapianto di organi, alla diffusione dei parti cesarei e così via. Ebbene, con la diffusione di batteri resistenti ai nostri antibiotici queste operazioni diventerebbero rischiosissime per i pazienti, mentre attualmente il rischio di contrarre infezioni mortali è praticamente nullo.

Ma la diffusione dell’NDM-1 in molti campioni di acqua da bere a New Delhi sta dimostrando che la speranza di riuscire a confinare i batteri resistenti in aree circoscritte è pura fantasia, soprattutto in paesi come l’India, dove 650 milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile.

I batteri possono provocare molte malattie come dissenteria e colera, che possono essere facilmente trasmessi da persona a persona tramite l’uso di acqua potabile contaminata.

Zsuzsanna Jakab, direttore regionale Oms per l’Europa, ha dichiarato: “Gli antibiotici sono una scoperta preziosa, ma noi li diamo per scontato, e facendo questo li abbiamo abusati: ora ci sono superbatteri che non rispondono a nessun farmaco.”

Negli ultimi trent’anni solo 2 nuove classi di antibiotici sono state scoperte, rispetto alle 11 dei precendenti 50 anni. Le cause sono sia economiche che scientifiche, e sono collegate.

Infatti, è poco conveniente per le case farmaceutiche sviluppare farmaci che diventano inefficaci in uno o due decenni. I ricercatori stanno infatti combattendo contro una legge naturale. Se orde di batteri vengono uccise da un antibiotico nel corpo di un paziente, ci sarà qualche batterio che sopravviverà perché leggermente diverso – legge della variabilità genetica. Continuare quindi ad “inventarci” nuove molecole efficaci contro tutti i batteri sarà un compito sempre più dispendioso e difficile.

L’uso oculato degli antibiotici è certo importante, ma non basta più. Ora occorre mettere i soldi pubblici al servizio di ricerca e sviluppo, per trovare nuovi composti e per aiutare le compagnie farmaceutiche – le famigerate Big Farma – a trasformarli in farmaci efficaci.

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