MILANO – Secondo gli esperti l’influenza quest’anno metterà a letto fino a 6 milioni di italiani e sarà caratterizzata da ben tre virus, il già noto virus A (H1N1) dell’influenza suina, che continuerà come l’anno scorso a diffondersi tra la popolazione non ancora colpita, più due nuove varianti genetiche. Attenzione ai bambini, che quest’anno saranno particolarmente colpiti.
Con l’abbassarsi delle temperature e con l’arrivo della stagione fredda e la ripresa delle attività scolastiche, aumenta infatti la probabilità di contrarre non solo l’influenza, ma in generale le malattie di origine virale.
I due nuovi ceppi sono uno un sottotipo dell’influenza A, chiamato H3N2 Victoria, e l’altro il virus B\Wisconsin.
Gli esperti si aspettano quindi una stagione influenzale meno mite e più complessa rispetto a quella dei due anni scorsi che richiederà quindi un’attenzione maggiore alla vaccinazione da parte delle categorie deboli, come gli anziani over 65, i bambini o le persone affette da malattia respiratorie o da altre patologie.
Attenzione ai bambini
L’influenza si stima possa interessare dal 10% al 30% della popolazione pediatrica e quest’anno potrebbe colpire un numero più elevato di bambini.
Lo sostiene la Professoressa Susanna Esposito, Presidente della Società Italiana di Infettivologia Pediatrica e Direttore della Prima Clinica Pediatrica alla Fondazione Policlinico di Milano, che aggiunge: “E’ prevedibile che quest’anno l’influenza stagionale colpisca un numero maggiore di bambini rispetto allo scorso anno, perché i virus in circolazione hanno caratteristiche diverse da quelle dei virus degli anni scorsi, quindi anche coloro che hanno recentemente sofferto di influenza o si sono vaccinati negli anni passati, saranno poco protetti dalla nuova infezione e potranno ammalarsi nuovamente.”
Per affrontare al meglio l’inizio dell’anno scolastico e l’arrivo della stagione fredda, la Professoressa Esposito consiglia di effettuare la vaccinazione antinfluenzale anche ai bambini sani che frequentano le comunità scolastiche (in particolare, asili nido, scuole materne e scuole elementari).
Da tempo, infatti, molti Paesi tra cui Stati Uniti, Canada, Finlandia, Austria e Messico hanno adottato la vaccinazione universale per tutti i bambini, a partire dai 6 mesi d’età e recentemente anche la Gran Bretagna ha deciso di utilizzare questo sistema di prevenzione: a convincere le Autorità Sanitarie d’oltre Manica è stato il dato, elaborato da una commissione apposita, secondo cui la riduzione del 40% dei casi di influenza ottenuta grazie al vaccino, potrebbe evitare undicimila ospedalizzazioni e duemila morti all’anno.