I cammelli vengono citati come animali da soma negli eventi biblici di Abramo, Giuseppe e Giacobbe. Gli archeologi, hanno dimostrato, tuttavia, che i cammelli sono stati addomesticati in Israele secoli dopo l’Età dei Patriarchi (2000-1500 a.C.).
Ora, Erez Ben-Yosef e Lidar Sapir-Hen, ricercatori del Dipartimento di Archeologia e Culture del Vicino Oriente dell’Università di Tel Aviv, hanno usato la datazione al radiocarbonio per individuare il periodo in cui i cammelli domestici giunsero nel Levante meridionale – l’odierna regione compresa tra la Mesopotamia e il Mediterraneo – modificando la stima dal 12° al 9° secolo a.C. I risultati sono stati pubblicati sul Tel Aviv Journal.
“L’introduzione del cammello ha rappresentato per la nostra regione un importante sviluppo economico e sociale” assicura Ben-Yosef. “Analizzando testimonianze archeologiche dai siti di produzione del rame della Valle di Aravah, siamo stati in grado di datare questo evento in termini di decenni piuttosto che secoli”.
Gli archeologi ritengono che i cammelli venissero probabilmente addomesticati nella Penisola Arabica, utilizzandoli come animali da soma, fino verso la fine del 2° millennio a.C.
Nel Sud del Levante, dove si trova Israele, le più antiche ossa di cammelli domestici vengono dalla Valle di Aravah, che si estende dal Mar Morto al Mar Rosso, lungo il confine israelo-giordano, antico luogo di produzione del rame.
In uno scavo del 2009, Ben-Yosef datò un’area di fusione del rame, nella Valle di Aravah, dove furono trovate ossa di cammello domestico appartenenti all’undicesimo-nono secolo a.C.
Per determinare più esattamente quando i cammelli domestici comparvero nel Levante meridionale, i due studiosi hanno utilizzato – tra le altre tecniche – la datazione al radiocarbonio nell’analisi dei resti degli scavi fatti nella valle.
Sono state individuate ossa di cammelli in tutti gli scavi, quasi esclusivamente in strati archeologici risalenti alla fine del 10° secolo a.C. o più tardi – alcuni secoli dopo il periodo dei patriarchi ‘biblici’ e decenni dopo il Regno di David.
Le scarse ossa di cammelli rinvenute in precedenti strati archeologici probabilmente appartenevano a cammelli selvatici, che gli archeologi ritengono siano vissuti nel Levante meridionale dal Neolitico, se non addirittura ancora prima.
In particolare, tutti i siti attivi nel 9° secolo nella Valle di Aravah presentavano ossa di cammello, assenti invece in tutti i siti che erano stati attivi in precedenza.
La comparsa di animali addomesticati nella Valle di Aravah sembra coincidere con i cambiamenti nel funzionamento delle locali miniere di rame, molte delle quali furono chiuse insieme alle fonderie e quelle rimaste attive furono riorganizzate, centralizzandole e usando tecnologie più sofisticate, secondo le scoperte archeologiche.
I ricercatori sostengono che questi cambiamenti, assieme all’introduzione di cammelli addomesticati, potrebbero essere stati imposti dagli antichi Egizi, dopo la conquista della regione mediante la campagna militare menzionata sia da fonti bibliche che egiziane.
L’origine del cammello addomesticato è probabilmente la Penisola Arabica, che confina, ad ovest, con la Valle di Aravah e sarebbe stato il punto più logico per l’ingresso dei cammelli addomesticati nel Levante meridionale.
Per i due studiosi, i primi cammelli addomesticati che lasciarono la Penisola Arabica ora potrebbero essere sepolti nella Valle di Aravah.
L’arrivo di cammelli addomesticati promosse gli scambi tra Israele e luoghi esotici, irraggiungibili prima – secondo i ricercatori – dato che i cammelli potevano percorrere distanze molto più lunghe rispetto agli asini e ai muli utilizzati fino ad allora.
Dal VII secolo a.C. furono tracciate rotte commerciali, note come ‘vie dell’incenso’, dall’Africa verso l’India attraverso Israele.
Ai cammelli si deve l’apertura di Israele al mondo al di là dei vasti deserti, che cambiò decisamente la sua storia economica e sociale.
Leonardo Debbia