Secondo uno studio dell’Università di Yale, dei parassiti genetici avrebbero invaso il genoma dei mammiferi più di 100 milioni di anni fa cambiando il modo di riprodursi dei mammiferi e trasformando l’utero in quello che sarebbe diventato l’attuale utero degli esseri umani e degli altri mammiferi passando dalla riproduzione ovipara alla creazione di in una “casa” per il nutrimento e lo sviluppo dei piccoli.
I risultati pubblicati online il 25 settembre sulla rivista Nature Genetics descrivono con un dettaglio senza precedenti, i cambiamenti molecolari che hanno condotto i mammiferi a portare e sviluppare i loro piccoli all’interno della sicurezza del grembo materno, piuttosto che crescrli nei nidi o portarli nel marsupio.
“Negli ultimi due decenni ci sono stati grandi cambiamenti nella nostra comprensione di come funziona l’evoluzione”, ha detto Gunter Wagner, prfessore alla Alison Richard di Ecology and Evolutionary Biology (EEB) e autore dell’articolo. “Siamo abituati a credere che i cambiamenti abbiano avuto luogo solo attraverso piccole mutazioni nel nostro DNA che si sono accumulate nel tempo. Ma in questo caso abbiamo trovato un’ enorme “taglia e incolla” che ha alterato ampie zone del genoma per creare grandi mutamenti morfologici. ”
La ricerca del team di Yale sulla storia evolutiva della gravidanza ha studiato le cellule trovate nell’utero associati allo sviluppo della placenta. Hanno confrontato il patrimonio genetico di queste cellule negli opossum – marsupiali che partoriscono due settimane dopo il concepimento – degli armadilli e degli esseri umani, mammiferi con placenta altamente sviluppati che alimentano i feti per nove mesi.
I ricercatori hanno scoperto più di 1500 geni che sono stati espressi in utero solo nei mammiferi placentati. Curiosamente, hanno notato i ricercatori, l’espressione di questi geni in utero è coordinata dai trasposoni – elementi di materiale genetico che replicano all’interno del genoma ospite e che vengono chiamati “DNA spazzatura”.
“I trasposoni crescono come parassiti che invadono il corpo, moltiplicandosi e occupando spazio nel genoma”, ha detto Vincent J. Lynch, ricercatore in EEB e autore principale dello studio.
“Ma possono anche attivare o reprimere i geni correlati alla gravidanza”, ha detto.
“Questi trasposoni non sono geni che hanno subito dei piccoli cambiamenti per lunghi periodi di tempo e alla fine acquistano un nuovo ruolo durante la gravidanza”, ha detto Lynch. “Sono più come unità prefabbricate che si installano in un genoma ospite, che a quel punto svolge funzioni completamente nuove come facilitare la comunicazione materno-fetale”, ha detto Lynch.
LA placenta è un organo altamente complesso non può essere nata da un virus ,ma è stata progettata