In questi giorni la missione su Marte della NASA è al centro dell’attenzione dei media. Milioni di persone seguono gli avvenimenti del rover Curiosity sognando futuristiche, ma non troppo, missioni umane sul pianeta rosso.
Ora pare che la NASA non sia solo un luogo dove si progetta il futuro, ma anche quello in cui si conserva il passato più lontano, dopo che è stata scoperta un’impronta di un dinosauro nel giardino del NASA Goddard Space Flight Center, dove vivono 7000 scienziati che si occupano di spazio.
L’enorme impronta di quasi 14 cm di larghezza spuntava fra l’erba ed è stata notata da Ray Stanford, un “cacciatore di dinosauri” 74enne che ha già individuato più di mille impronte e rinvenuto un fossile di cucciolo di nodosauro vicino al campus. L’impronta potrebbe risalire a 112 milioni di anni fa, ma ovviamente deve essere studiata e la sua origine deve avere una conferma da parte degli esperti.
L’impronta è già stata visionata da uno scienziato della Johns Hopkins University, David Weishampel, lo scienziato che è stato consulente per il film Jurassic Park. L’esperto ha detto che l’impronta ha tutte le caratteristiche per essere un’impronta originale di un dinosauro, probabilmente un nodosauro.
La situazione è piuttosto nuova per la NASA. Al di là del paradosso di migliaia di ingegneri e scienziati che lavorano con il naso rivolto all’insù, spiando il cielo, camminando su un’ipronta di più di 100 milioni di anni fa, ora la questione dovrà essere gestita. Non era mai successo prima che venisse trovata un’impronta di un dinosauro in un campus della NASA.
Ed è escluso che l’area possa diventare un’attrazione turistica, per via delle misure di sicurezza all’interno del campus, o che l’impronta possa essere portata via, in quanto andrebbe probabilmente distrutta.