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Scoperta sull’uomo di Neanderthal: non è convissuto con l’Homo Sapiens

L'uomo di Neanderthal non è vissuto nello stesso periodo dell'Homo sapiens 30.000 anni fa. Questa la nuova teoria che si sta facendo spazio fra i ricercatori e che potrebbe portare a riscrivere i libri sulla preistoria

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 06.02.2013

Secondo una nuova ricerca sull’uomo di Neanderthal i libri sulla preistoria dovranno essere presto corretti. La nuova scoperta infatti sosterrebbe, a differenza di ciò che oggi è condiviso, che l’uomo di Neanderthal non è convissuto con l’Homo sapiens in Iberia. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista PNAS.

Crediti: Neanderthal Museum (Mettmann, Germany)

Crediti: Neanderthal Museum (Mettmann, Germany)

La teoria che l’ultimo uomo di Neanderthal- Homo neanderthalensis- abbia vissuto nel sud dell’Iberia contemporaneamente ai moderni esseri umani-Homo sapiens- che stavano invece nella parte settentrionale della penisola, è stata ampiamente accettato dalla comunità scientifica nel corso degli ultimi venti anni. Ma i ricercatori della Spanish National Distance Education University (UNED) si sono interrgoati su questa ipotesi.

“E’ improbabile che l’uomo di Neanderthal sia vissuto fino ad un’epoca così tarda in Iberia, cioè fino circa 30.000 anni fa, come si pensava finora”, assicura Jesús F.Jordá, ricercatore del Dipartimento di Preistoria e Archeologia della UNED e co-autore dello studio.

Il team internazionale di scienziati ha condotto nuove analisi presso i siti di Jarama VI (Guadalajara) e Zafarraya (Malaga), considerati due degli ultimi rifugi del Neanderthal.

Gli scienziati, mediante l’utilizzo di nuovi metodi, assicurano che l’occupazione dei siti di Neanderthal deve essere collocata circa 45.000 anni fa.

“Il problema con la datazione al radiocarbonio è che non fornisce dati affidabili fino a 50.000 anni”, spiega Jordá. Un ulteriore problema è la contaminazione con campioni provenienti da diverse epoche. Se non si rimuovono i contaminanti le date ottenute non sono corrette.

Perciò sono state condotte nuove analisi sui resti trovati nei siti archeologici in associazione con i manufatti in pietra del Paleolitico Medio. Le ossa che portano evidenti segni di manipolazione umana (segni di tagli, segni di percussioni o rotture intenzionali) sono stati selezionate.

Con questi criteri Cueva Antón (Murcia) è l’unico sito che offre ancora date recenti in base a quello che fino ad ora è stato ipotizzato in relazione alla persistenza dei Neanderthal. Ma i dati non sono completamente convincenti.

Alla luce dei nuovi dati secondo Jordá “i libri di preistoria avranno bisogno di una revisione”, quando i nuovi risultati saranno disponibili. “Anche se la questione è ancora controversa per arrivare a modificare la teoria in vigore, il nuovo concetto che deriva dai nuovi dati e che indica che i Neanderthal e l’Homo sapiens non sono coesistiti in Iberia, sta diventando accettato”, conclude.

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