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Scoperte le stelle più giovani mai osservate

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 21.03.2013

Un team di astronomi dell’Osservatorio Herschel ha scoperto alcune delle stelle più giovani mai viste nell’universo.

L’Osservatorio Herschel, che è coordinato dalla NASA e dall’Agenzia spaziale europea, ha catturato le immagini delle più giovani stelle mai osservate, durante una missione internazionale che ha richiesto la collaborazione di molti astronomi in tutto il mondo.

Crediti: JPL NASA

Crediti: JPL NASA

Secondo una dichiarazione rilasciata attraverso l’osservatorio, i ricercatori sono stati in grado di individuare i segni di 15 nuove protostelle. Le stelle, che secondo gli astronomi si sono formate nel corso del periodo di raffreddamento immediatamente dopo il Big Bang, sono il risultato del collasso gravitazionale di nubi massicce di gas e polvere.

I dati raccolti suggerirebbero che le stelle, che si trovano nella Costellazione di Orione, abbiano attraversato una fase di sviluppo che è durata circa 25.000 anni. Durante la prima fase, le stelle rimangono incorporate e in un involucro gassoso.

Gli astronomi hanno accolto con favore la notizia, dicendo che i risultati potrebbero fornire ulteriori informazioni sul modo in cui stelle si evolvono nel tempo e il ruolo svolto dalle condizioni iniziali dell’universo.

“Herschel ha rivelato il più grande insieme di queste giovani stelle in una singola regione di formazione stellare”, ha detto Amelia Stutz, autore principale dello studio e ricercatore post-dottorato presso il Max Planck Institute per l’astronomia a Heidelberg, in Germania. “Con questi risultati, ci stiamo avvicinando a testimoniare il momento in cui una stella comincia a formarsi.”
Gli astronomi avevano studiato a lungo il vivaio stellare nel complesso molecolare della Nube di Orione, ma non aveva visto le protostelle recentemente identificate fino a quando Herschel non ha puntato verso la regione.

“Studi precedenti hanno mancato le protostelle più dense, giovani e potenzialmente più estreme e fredde di Orione”, ha detto Stutz. “Queste fonti possono essere in grado di aiutarci a capire meglio come funziona il processo della formazione stellare nelle primissime fasi, quando le condizioni fisiche sono più difficili da osservare.”

Al fine di portare alla luce la scoperta, gli astronomi si sono coordinati tra di loro. I ricercatori coinvolti nello studio lavorano presso lo European Southern Observatory in Germania, il telescopio Atacama Pathfinder Experiment (APEX) in Cile, inoltre l’Onsala Observatory in Svezia, l’Istituto Max Planck di Radioastronomia in Germania, e il NASA Spitzer Space Telescope.

Gli astronomi che lavorano presso varie istituzioni sui dati raccolti hanno analizzato la luce infrarossa delle stelle da 70 a 160 micrometri di lunghezza d’onda. I ricercatori hanno poi confrontato le letture a infrarossi per la scansione di regioni di formazione stellare della costellazione di Orione ottenuto dallo Spitzer della NASA. L’analisi comparativa ha fornito agli astronomi con un’approssimazione relativamente accurata l’età delle stelle. Lo studio sarà pubblicato sulla rivista Astrophysical Journal.

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