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Missioni Apollo: dati sulla Luna studiati ancora oggi

E un esempio arriva in questi giorni in cui, gli scienziati del NASA Goddard Space Flight Center di Greenbelt, nel Maryland stanno rielaborando dati dalle polveri rilevati dalle missioni Apollo 14 e 15.

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 07.12.2012

Quaranta anni dopo che l’ultima navicella Apollo è stata lanciata, la scienza continua a studiare i dati provenienti da quelle missioni per comprendere meglio le caratteristiche del nostro satellite.

Crediti: NASA / JSC

Un esempio arriva in questi giorni in cui gli scienziati del NASA Goddard Space Flight Center di Greenbelt, nel Maryland stanno rielaborando dati dalle polveri catturate dalle missioni Apollo 14 e 15. 

“Questo è il primo studio dei dati completamente calibrati della polvere delle missioni  Apollo 14 e 15,” ha spiegato David Williams, uno scienziato del Goddard e specialista dei dati all’NSSDC (National Space Science Data Center), l’archivio permanente della NASA per i dati scientifici spaziali della missione.

Sui nuovi dati disponibili sarà effettuata un’analisi a lungo termine. Dati digitali provenienti da questi due esperimenti non sono stati archiviati prima, così come probabilmente i dati dell’ultimo anno e mezzo.

Il lavoro è stato presentato il 6 dicembre al meeting dell’American Geophysical Union a San Francisco, come parte di una sessione organizzata in onore del 40 ° anniversario del lancio dell’Apollo 17. Anche presentato in questa sessione è stato uno sforzo simile a colmare le lacune nelle misure di Apollo 15 e 17 di flusso di calore, le uniche misurazioni mai prese sulla luna o su qualsiasi altro corpo planetario oltre alla Terra.

Il recupero di questi insiemi di dati fa parte del Lunar Data Project che intende rendere i dati scientifici di Apollo disponibili in formati moderni.

I rivelatori di polvere lunare, che sono stati collocati sulla superficie lunare durante il programma Apollo 14 e 15 hanno misurato l’accumulo di polvere, la temperatura e i danni causati da particelle cosmiche ad alta energia e le radiazioni ultraviolette del sole. Lo stesso tipo di strumento era stato presente in precedenza su Apollo 11 e 12 (Apollo 17 aveva invece un altro tipo di rivelatore di polvere).

Il ripristino dei dati è stato un lavoro meticoloso che ha richiesto di passare attraverso una serie di dati e separare i dati del rilevatore della temperatura e da una “pulizia” delle informazioni che sono state raccolte per tenere in conto quanto fossero realmente funzionanti le strumentazioni. Un secondo passaggio ha poi consentito di trasformare quei calcoli in misure utilizzabili. Ma prima, la seconda serie di dati doveva essere convertita da un microfilm, che era stato archiviato nel NSSDC nel 1970, e gli scienziati hanno dovuto conciliare le due serie di dati perché i punti temporali non corrispondevano esattamente. 

Missioni più recenti, come la NASA Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO), hanno continuato a studiare la polvere lunare. 

“Proprio la scorsa settimana, LRO ha realizzato alcune misurazioni importanti sulle polveri nell’atmosfera lunare”, ha dichiarato Rich Vondrak, lo scienziato del progetto LRO deputato alla NASA Goddard. LRO è in orbita intorno alla Luna dal giugno 2009, e la missione è stata recentemente prorogata fino al 2015.

Inoltre per il 2013 è previsto il lancio  del Lunar Atmosphere and Dust Environment Explorer (LADEE) della Nasa,  con l’obiettivo di caratterizzare l’atmosfera della luna.

Noah Petro, un membro del team scientifico del progetto LRO della NASA Goddard ha concluso: “Una missione finisce quando finisce, ma la scienza continua per sempre.”

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