SpaceX ha finalmente lanciato il suo vettore Falcon 9 dalla base di Cape Canaveral, in Florida, che trasporta la capsula Dragon destinata alla Stazione Spaziale Internazionale. Lo storico rendezvous tra il laboratorio spaziale ed una capsula privata avverrà tra qualche giorno.
Dragon trasporta per conto della NASA circa 450 chilogrammi di ‘provviste’ per i sei astronauti della stazione.
Dopo 9 interminabili minuti, la capsula Dragon ha raggiunto l’orbita attorno alla Terra e si è messa all’inseguimento della ISS. Sabato mattina lo stesso lancio era stato rinviato per problemi ad una valvola del motore 5, quello centrale del Falcon 9 – che possiede 9 motori disposti su tre file da tre.
La NASA spera con questo lancio di dimostrare che la sua strategia di demandare ai privati il lavoro che prima veniva effettuato dalle costose navette Shuttle è giusta.
SpaceX sta invece cercando di dimostrare di essere affidabile e che i suoi Falcon 9 possono non solo portare acqua e cibo sulla ISS, ma anche esseri umani. Attualmente questo compito è stato delegato alle capsule russe Soyuz, che si sono dimostrate una tecnologia molto affidabile e poco costosa.
SpaceX e NASA hanno precisato che questa missione è ancora dimostrativa, e che qualcosa dovesse andar male, in ogni caso i tecnici avrebbero imparato qualcosa. Ma SpaceX sa bene di avere tutti gli occhi puntati addosso, e che il minimo errore potrebbe costare caro alla giovane compagnia californiana che sogna di portare l’uomo nello spazio.
La missione di SpaceX è una pietra miliare nella transizione verso i fornitori privati, voluta fortemente dall’amministrazione Obama, e che segna la prima volta nella storia che una società commerciale invia una navicella spaziale verso la Stazione Spaziale Internazionale, qualcosa che solo pochi governi sono attualmente in grado di fare.
Con la crisi economica che attanaglia gli USA e l’Europa da ormai 4 anni, l’era dei finanziamenti a pioggia sembra finita, e se la corsa allo spazio dovrà continuare, forse la logica che sta dietro alle missioni dovrà anch’essa essere cambiata. Basta miliardi spesi per costosi contratti gestiti in modo politico, sembra essere il nuovo motto, sì alla competizione per spingere il costo delle forniture tecnologiche verso il basso.