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Acqua inquinata dall’arsenico, in Bangladesh un disastro sociale e economico

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 01.12.2010
Arsenico nell'acqua in Bangladesh

Arsenico nell'acqua in Bangladesh

Un nuovo studio mostra per la prima volta i risultati immediati su larga scala del più grande avvelenamento di massa nella storia, quello da arsenico in Bangladesh, dove si stima che almeno 57 (ma alcune stime arrivano a 77) milioni di persone bevano acqua con concentrazioni di arsenico superiori a 50 microgrammi per litro. L’arsenico è noto per essere responsabile di una serie di malattie a lento sviluppo nell’uomo – una nuova ricerca ora mostra che ha un effetto immediato e tossico per la già difficile situazione economia del Bangladesh.

Un team internazionale di economisti è il primo a identificare, oltre alle conseguenze immediate e drammatiche dell’inquinamento dei pozzi di acque sotterranee , anche gli strascichi di lungo termine che dovrebbero verificarsi nei prossimi anni.

Secondo una ricerca pubblicata online nell’American Journal of Agricultural Economics, l’esposizione ad arsenico nelle zone rurali del Bangladesh sarà dannoso anche per l’economia della nazione, riducendo l’offerta di lavoro dell’8 per cento.

“Questo dato è enorme”, dice l’autore Richard Carson, docente di economia presso l’Università della California – San Diego, “più grande dell’aumento della disoccupazione negli Stati Uniti durante la ‘grande recessione’.”

L’esposizione ha anche modificato le modalità di lavoro, cambiando il modo in cui il lavoro è distribuito all’interno di una famiglia. Il Bangladesh è un paese povero e molti dei suoi cittadini hanno un accesso limitato alle assicurazioni sanitarie o a forme di assistenza. La maggior parte delle famiglie devono cavarsela da sole. Come risultato, dicono i ricercatori, le donne con più di 45 anni lavorano meno ore fuori casa, mentre gli uomini tra i 25 e i 65 anni sono più a lavoro. “Essenzialmente, quello che noi pensiamo stia accadendo”, ha detto Carson, “è che le nonne restano a casa a prendersi cura dei malati, mentre tutti gli uomini validi in famiglia fanno più ore di lavoro per compensare.”

Il problema arsenico in Bangladesh risale al 1970, quando furono installati pozzi artesiani superficiali in tutto il paese, con il risultato di un inquinamento delle falde freatiche con l’arsenico naturalmente presente nel terreno. Il presente studio utilizza un nuovo metodo che, secondo Carson ed i suoi coautori, potrebbe essere applicato per scoprire più in fretta gli effetti di altri inquinanti ambientali nei paesi in via di sviluppo.

Precedenti studi sul disastro ambientale, che secondo alcuni è il più grande disastro mai avvenuto per cause umane, peggio addirittura di Chernobyl, si erano concentrati sulle conseguenze per la salute a lungo termine dell’avvelenamento da arsenico: tumori, per esempio, e problemi cardiaci, diabete e una serie di malattie della pelle, tra cui la crescita di noduli dolorosi sul palmo delle mani e sulle piante dei piedi.

Ma tutti questi effetti debilitanti e mortali impiegano molto tempo a manifestarsi. Il periodo di latenza per i tumori legati all’arsenico è stimato in circa 20 anni o più. E dei 57 milioni di bengalesi che vivono nelle aree rurali e che sono stati esposti a livelli pericolosi di arsenico, ha dichiarato Carson, solo una piccola parte potrà mai dimostrare di essere malato. Un sintomo iniziale (e presumibilmente il più comune), d’altro canto, sono sensazioni di torpore generale e piaghe sulle mani e sui piedi, insieme a mal di testa e confusione – effetti, in altre parole, che non sono necessariamente associabili a cattive condizioni di salute ma che, secondo il team di ricerca, influenzano l’offerta di lavoro.

L’impatto deleterio e quantificabile sul lavoro, dice Carson, dovrebbe essere immediatamente preso sul serio dai governanti, che spesso sono tentati, soprattutto nel caso dei paesi poveri, di mettere lo sviluppo economico davanti della sanità, e di pensare:”Prima il reddito, e poi ripuliamo [l’acqua dall’arsenico]”.

“L’ambiente non è un lusso”, ha detto Carson. “Il nostro lavoro mostra che i problemi di salute legati all’ambiente sono sufficientemente grandi da riuscire a frenare lo sviluppo economico”.

Per il loro studio, Carson e colleghi hanno esaminato la relazione tra l’esposizione all’arsenico e le ore lavorate da parte delle famiglie, come riportato nel sondaggio standard che il governo del Bangladesh ha usato per questo scopo. Il loro campione comprendeva 4.259 famiglie rurali prese dallo studio Household Income and Expenditure Surveye seguita dall’Ufficio di Statistica del Bangladesh nel 2000 ed è stato abbinato con i dati sulla contaminazione da arsenico di uno studio su larga scala svolto dal British Geological Survey.

I dati risalgono a prima di ogni intervento diffuso per mitigare il problema – come dipingere i rubinetti più pericolosi di rosso. D’altra parte, poiché i dati risalgono al 2000, i bengalesi hanno avuto un altro decennio per ammalarsi. Carson è attualmente al lavoro per stimare l’entità degli effetti più recenti.

“Abbiamo dimostrato che in alcuni casi è possibile utilizzare una semplice indagine di lavoro per raccogliere problemi di salute diffusi, sempre se si dispone di un buon modo per stimare l’esposizione,” ha detto. “Ma fare questo nel modo tradizionale, seguendo i protocolli di salute pubblica, è una perdita di tempo e denaro.”

Il nuovo metodo non vuole sostituire le analisi tradizionali, come la raccolta di campioni di sangue, delle urine o dei capelli, ha ammonito, ma potrebbe essere un complemento. Esso potrebbe essere applicato a un gran numero di malattie portate dall’aria o dall’acqua nei paesi in via di sviluppo, aiutando gli epidemiologi ad ottenere un quadro più ampio delle dimensioni di un problema, così come della sua portata geografica. Carson osserva che questo metodo potrebbe essere applicato all’inquinamento atmosferico nei paesi in via di sviluppo, ad esempio, utilizzando semplici misure di controllo da cui si può dedurre ciò a a cui le persone sono esposte.

Il Bangladesh è il paese più gravemente affetto da inquinamento da arsenico delle acque sotterranee. Ma l’arsenico è un problema mondiale, con ripercussioni nella zona di indiana a confine col paese e parti di Taiwan, Tailandia, Vietnam, Myanmar, Cambogia, Cina, Argentina e Cile e, come sappiamo bene, ci sono contaminazioni di arsenico anche qui nell’occidentalissima Italia (ma le origini dell’arsenico qui sono naturali, trovandosi nelle rocce di origine vulcanica).

In Bangladesh, per ironia della sorte, il problema è stato creato dalle buone intenzioni. Il governo voleva eradicare il problema delle malattie causate da agenti patogeni trasmessi attraverso le acque di superficie, che venivano usate dalla popolazione come acqua da bere. Incoraggiato da agenzie internazionali, il Bangladesh ha installato milioni di pozzi artesiani in tutto il paese circa 30 anni fa per sostituire l’acqua di superficie come fonte primaria di acqua potabile. In un primo momento, Carson ha detto, appena la diarrea e altre malattie gastrointestinali dovute all’acqua di superficie contaminata sono sparite, sembrava che la soluzione dell’acqua fosse stata un successo. Ed è sembrato così fino al 1993, quando l’avvelenamento cronico da arsenico di molte aree del Bangladesh venne finalmente diagnosticato. La scala del problema non era pienamente conosciuta fino a circa il 2000.

Qui un video (in inglese) sulla situazione drammatica:

Arsenico: Il più grande avvelenamento di massa della storia
Caricato da LuisB. – Guarda gli ultimi video.

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  • antonio cimini scrive:

    mi sembra che a Roma, nel Lazio il problema sia lo stesso.
    praticamente é come se vivessimo nel Bangladesh
    ac