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Attivisti di Greenpeace si appendono ad una gru di una centrale a carbone

Chiedono più energie rinnovabile e meno fonti fossili, per una maggiore indipendenza energetica, in occasione del semestre di presidenza italiano in Europa

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 25.06.2014

Greenpeace ha condotto un’altra delle sue operazioni di comunicazione contro le fonti di energia fossile, in particolare contro una centrale a carbone dell’ENEL di La Spezia. Con la nuova imbarcazione Rainbow Warrior gli attivisti di Greenpeace sono entrati nel porto di La Spezia hanno scalato una delle due gru che dal molo del porto movimentano il carbone che alimenta la centrale elettrica dell’Enel “Eugenio Montale”; sospesi dalle gru hanno aperto uno  striscione di 100 metri quadri che sottolinea la possibilità di scegliere tra il problema – costituito oggi dalle fonti energetiche fossili – e la soluzione, che sta nello sviluppo delle fonti rinnovabili. Su un secondo striscione in inglese si legge “RENEWABLES + EFFICIENCY = ENERGY INDEPENDENCE” (“rinnovabili + efficienza = indipendenza energetica”). L’azione si è svolta oggi per chiedere al governo italiano e all’Unione Europea, in occasione del Consiglio dei Ministri UE che si tiene domani e dopodomani a Bruxelles, di dare un segnale di cambiamento in materia di politiche energetiche e protezione del clima. 

Greenpeace

«Da settimane la crisi tra Russia e Ucraina costringe l’Unione Europea a discutere di come aumentare la propria indipendenza energetica. L’unico modo sensato per farlo è consegnare le fonti fossili al passato, una volta per tutte» dichiara Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima diGreenpeace. «Chiudere i rubinetti del gas russo, o fermare l’import di carbone e petrolio da Mosca, solo per cambiare fornitore vorrebbe dire prolungare la nostra dipendenza energetica ancora a lungo. Peggio ancora sarebbe provare a sfruttare più intensamente le riserve fossili di cui disponiamo, alimentando il cambiamento climatico e distruggendo l’ambiente. Il futuro dell’Europa può essere economicamente conveniente e sostenibile, grazie a rinnovabili ed efficienza».

Il nastro trasportatore del carbone della centrale passa a ochi metri da un scuola dell’infanzia: qui gli attivisti hanno posizionato un altro striscione che dice: “Via il carbone dal nostro futuro”, di fianco al disegno di un bambino che ha voluto così raffigurare l’inquinamento che la centrale a carbone causa alla sua città.  

Greenpeace

L’Università di Stoccarda  ha realizzato uno studio secondo cui la centrale a carbone di La Spezia causa oltre 70 morti premature l’anno. 

Greenpeace con questa azione chiede in un comunicato che l’Unione europea si dìa un obiettivo vincolante di riduzione delle emissioni di gas serra del 55 per cento al 2030, sostenuto da obiettivi vincolanti di crescita delle energie rinnovabili (45 per cento) e dell’efficienza (40 per cento).

Greenpeace ha infatti realizzato uno studio secondo il quale questi target garantirebbero una sostanziale diminuzione dell’importazione di energia, fino al 45 per cento in più rispetto agli obiettivi proposti dalla Commissione Europea.

Greenpeace

Inoltre Greenpeace chiede al primo ministro Matteo Renzi di raccogliere la sfida dell’innovazione e di fare tutto il possibile per accelerare la definizione di obiettivi ambiziosi per la salvaguardia del clima. Il governo italiano, secondo l’ONG, sta “continuando a esprimere posizioni retrograde sui target climatici dell’UE: boicotta le rinnovabili danneggiando consistenti investimenti e rischiando molti posti di lavoro e, infine, promuove le trivellazioni offshore, da cui si attendono comunque risultati relativamente modesti e pochi mesi di autonomia energetica a fronte di rischi e impatti non calcolati e probabilmente incalcolabili su settori economici importanti come turismo e pesca.”

L’azione di Greenpeace continuerà incontrando altre comunità che subiscono l’inquinamento da fonti fossili nella sua campagna “Non è un paese per fossili”.

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