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Aumenta il pericolo di estinzione per i vertebrati

Scritto da Michele Donà il 27.10.2010

Una ricerca a livello internazionale, condotta dal team di Michael Hoffmann dell’International Union for the Conservation of Nature, ha analizzato i dati di oltre 25000 vertebrati nella “lista rossa” dell’IUCN e ha stabilito che che un numero sempre maggiore di uccelli, mammiferi ed anfibi si è avvicinato all’estinzione negli ultimi decenni.
Tale declino delle popolazioni animali è tuttavia notevolmente mitigato dalle azioni di conservazione delle specie.

Secondo la ricerca di Hoffmann, un quinto delle specie è classificata come “minacciata” e questa percentuale è in continuo aumento; in media, ogni anno, 52 specie si avvicinano all’estinzione. L’area più critica è quella tropicale, in particolare nel sud-est asiatico, le specie più in pericolo sono principalmente quelle anfibie.

La maggior parte delle situazioni è reversibile attraverso opportune campagne di conservazione, ma ben nel 16% dei casi si è arrivati alla completa estinzione. I ricercatori hanno anche cercato di misurare i risultati ottenuti tramite gli sforzi di conservazione quali la creazione di aree protette e le legislazioni  nazionali per la preservazione della biodiversità.
Hoffmann e il suo team stimano che senza tali interventi il declino delle specie sarebbe stato superiore del 18% rispetto a quanto avvenuto, le azioni maggiormente efficaci sono state quelle volte alla preservazione degli habitat e quelle volte alla limitazione della caccia.

Una serie di previsioni accompagnano questo studio: nel 21° secolo la biodiversità è destinata a ridursi ulteriormente, ma gli scenari possibili sono molteplici, da un lato in quanto le previsioni scientifiche hanno un ampio margine di variabilità e dall’altro perchè abbiamo di fronte a noi l’opportunità di intervenire per preservare la biodiversità attraverso politiche migliori rispetto al passato e al presente.

L’importanza di tali studi risiede nel poter comprendere maggiormente la direzione verso cui si sta muovendo l’ecosistema nel suo complesso e permettono inoltre di focalizzare le aree maggiormente a rischio e di concentrare gli sforzi anche politici/legislativi verso di esse.

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