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Cancun, a rischio il destino del protocollo di Kyoto. Giappone dice no a svantaggi per ricchi

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 06.12.2010
Cancun 2010 in salita

Cancun 2010 in salita

La prima parte della conferenza di Cancun è stata quella dedicata ai tecnici, che dovranno far trovare sul tavolo dei ministri dei paesi di tutto il mondo un documento che parlerà del taglio delle emissioni a effetto serra, basate su azioni di mitigazione come la difesa delle foreste, e su come procedere verso un nuovo accordo che andrebbe a confermare il protocollo Kyoto e che dovrebbe vedere la luce l’anno prossimo.

Il problema è che non è facile mettere d’accordo i paesi industrializzati, che avevano dei limiti vincolanti alle emissioni nel protocollo di Kyoto, e i paesi emergenti che invece avevano solo delle raccomandazioni, e che vorrebbero ovviamente continuare ad avere questo “privilegio” anche in un futuro accordo. Ma c’è un gruppo di nazioni, guidate questa volta proprio dal Giappone, sede dello storico accordo sul clima, che dice no.

Dissidenti. Il protocollo di Kyoto impone a 40 paesi ricchi vincoli costosi, ma nei giorni scorsi il Giappone insieme a Russia, Canada, Australia, Ucraina e Stati Uniti (Umbrella Group) ha detto che non vuole un accordo che ricalchi la struttura del protocollo di Kyoto, che scadrà a fine 2012. Il motivo è che i paesi fuori dall’accordo guadagnerebbero in competitività, essendo sottoposti solo a vincoli volontari sulle emissioni di CO2. Piuttosto, vogliono che un accordo vincolante riiguardi tutti i paesi.

Le foreste. Essendo di enorme importanza il contributo delle foreste all’assorbimento dell’anidride carbonica presente in atmosfera (le foreste contribuiscono al 30% dell’assorbimento globale), occorre raggiungere un accordo anche per la loro salvaguardia. Si sta discutendo quindi di accordi per il trasferimento tecnologico dai paesi ricchi a quelli poveri, che spesso possiedono enormi patribomi forestali e di biodiversità.

“Le decisioni concordate”, ha dichiarato Patricia Espinosa, presidente della Conferenza e segretaria per gli Affari esteri del Messico, “costituiscono una base importante per rafforzare l’azione globale del cambiamento climatico”.

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