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COP19 a Varsavia: nel 2013 frequenza delle tempeste vicina alla media

Scritto da Leonardo Debbia il 15.11.2013

A parte l’entità del tifone Haiyan, che ha devastato le Filippine e la cui drammaticità è quotidianamente riportata dai media, il 2013 non è stato un anno di particolare frequenza per i cicloni tropicali, secondo la relazione annuale sul clima tenuta a Varsavia dall’agenzia delle Nazioni Unite.

L’Organizzazione Meteorologica Mondiale (World Meteorological Organization o WMT) ha contato finora per il corrente anno 86 tempeste tropicali, sparse in tutto il mondo.

Haiyan

Crediti: Filippine Air Force

Stando al rapporto della WMO rilasciato durante la conferenza di Varsavia sul clima, l’Atlantico ha attraversato la sua stagione più tranquilla dal 1994, in termini di intensità e durata delle tempeste tropicali. 

Delle 12 ‘tempeste’, solo due (Humberto e Ingrid) hanno raggiunto la forza di un uragano; e comunque, entrambe sono state classificate ‘uragani di Categoria 1’, il livello più basso.

La parte occidentale del Nord Pacifico, invece, ha registrato ben 30 tempeste solo dai primi di novembre, contro una media annuale di 26, sempre a detta del WMO. Tredici di queste erano tifoni, incluso Haiyan. 

Le tempeste che raggiungono i 119 Km/h cambiano nome a seconda dei luoghi in cui si verificano. Sono chiamate ‘uragani’ nell’Atlantico e ‘tifoni’ nel nord-ovest del Pacifico.

Il tifone Haiyan è una delle più potenti tempeste che si sia mai scatenata finora, con venti la cui velocità non si ricorda sia mai stata registrata prima, a memoria d’uomo. La sua violenza ha colpito più di 9 milioni di persone e si teme che, alla fine, le vittime ammonteranno, purtroppo, ad alcune migliaia: a tutt’oggi, si parla di oltre 4500. 

Una vera catastrofe, non solo ambientale.

“Anche se i singoli cicloni non possono essere attribuiti ai cambiamenti climatici, i livelli elevati dei mari attuali mettono in evidenza l’aumentata  vulnerabilità delle popolazioni costiere. Le conseguenze delle mareggiate nelle Filippine sono sotto gli occhi di tutti”, ha dichiarato il segretario generale della WMO Michel Jarraud.

Il livello globale del mare ha raggiunto valori record nel marzo scorso, secondo il citato rapporto. Dato che le misurazione satellitari sono iniziate nel 1993, possiamo affermare che i mari della Terra hanno subito un aumento medio di livello pari a 3,2 millimetri, che gli scienziati ritengono sia una conseguenza del riscaldamento globale.

Il rapporto ha anche segnalato che il 2013 è da considerarsi uno dei dieci anni più caldi mai registrati. I primi nove mesi dell’anno sono stati 0,48°C più caldi rispetto alla media, il che significa che finora il 2013 è stato il settimo anno più caldo dall’inizio delle misurazioni, nel 1850. 

 

 

  Leonardo Debbia

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