LAV e Marevivo, in occasione della giornata mondiale contro la cattività dei mammiferi, denunciano le gravi condizioni in cui vengono tenuti i delfini all’interno dei delfinari italiani. Questi luoghi, ben lungi dall’avere finalità di conservazione divulgazione, servono solamente alla realizzazione di spettacoli con gli animali, che però sono svrasfruttati, vivono in condizioni pessime, e possono deprimersi: allora, perchè lo spettacolo continui, si danno loro degli antidepressivi.
LAV e Marevivo lanciano oggi la campagna SOS DELFINI con un sito dedicato.
“In Italia i delfinari non hanno alcuna funzione educativa né scientifica o di conservazione della specie, ovvero non rispettano queste caratteristiche obbligatorie per legge, facendo invece spettacolo: un inganno che i potenziali visitatori devono conoscere e a cui dobbiamo mettere fine, a tutela degli animali imprigionati in questa inaccettabile, forzata cattività”, affermano LAV e Marevivo.
LAV, durante l’anno scorso, ha svolto un’indagine sui delfinari: i risultati sono inquietanti visto che nessuno di questi centri è utile per la conservazione degli animali. Inoltre i delfini sono spessi tenuti in condizioni illegali, con poco spazio a disposizione, sottoposti a turni di lavoro stressanti e a volte con scarso cibo. Non è un caso che si registri un numero notevole di morti ogni anno.
“L’investigazione, svolta la scorsa estate,” si legge nel comunicato, “ha riguardato i delfinari attivi in Italia, ovvero il Delfinario di Fasanolandia (Fasano, Brindisi), Zoomarine (Torvajanica, Roma), il Delfinario di Oltremare (Riccione), il Delfinario di Rimini, Gardaland (Verona) il cui delfinario però è stato successivamente chiuso alla fine del 2012, dopo non pochi decessi di delfini (Hector, Violetta e Tango, per citarne alcuni) per gravi carenze nella gestione, nell’alimentazione e nel superlavoro richiesto loro, soprattutto durante la stagione estiva; il parco non è però rimasto senza animali in quanto ha aperto un Sea Life Acquarium. Presso l’Acquario di Genova, che già detiene alcuni delfini che però non vengono fatti esibire, è prevista la costruzione di un grande delfinario.”
“Per ogni delfino che sopravvive in un delfinario, la maggior parte muore nel tentativo di adattarsi – spiegano Giorgio Panariello e Licia Colò – La vita in cattività è fonte di stress e depressione, tanto che a volte è necessario dare loro tranquillanti e farmaci. Il pubblico che visita i delfinari, dove gli animali sono sottoposti ad addestramenti e costretti a fare spettacoli, a nuotare con le persone, a subire rumori molesti, non può continuare a ignorare questa sofferenza!”
“Consegneremo l’investigazione al Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando sollecitandolo a prendere atto delle violazioni documentate, talmente evidenti da rendere inevitabile la chiusura dei delfinari in Italia”, affermano LAV e Marevivo.
L’opinione pubblica. One Voice, associazione animalista francese, ha commissionato ad IPSOS, svolto un sondaggio per scoprire quale sia l’opinione degli italiani riguardo alla questione e ha scoperto che il 68% degli italiani vorrebbe proibire i delfinari in Italia, ritenendo che non contribuiscano affatto alla conservazione della biodiversità e dell’ambiente.
L’81% degli italiani intervistati ha ammesso che i delfini sono più felici in natura e il 73% si è dichiarato contrario alla cattura dei delfini in natura per destinarli ad una vita in cattività nei delfinari o nei parchi di divertimento, fino ad arrivare al 96% degli italiani che si augura che in futuro la cattura dei delfini per essere esibiti nei delfinari e nei parchi di divertimento sia proibita o strettamente regolamentata.
Secondo il 66% di intervistati italiani, inoltre, la cattività aumenta il tasso di mortalità dei delfini e il 71% degli italiani pensa che i delfinari non permettano di comprendere come gli animali vivano in natura.
La maggior parte degli intervistati, infine, ha visitato un delfinario o assistito a un’esibizione di delfini in un parco d’attrazioni (65% in Italia), il 58% dei quali negli ultimi 5 anni.