Il sito di carotaggio sul Monte Ortles
Da settembre a novembre dello scorso anno alcuni ricercatori del Byrd Polar Centre della Ohio State University di Columbus (USA) in collaborazione con l’Ufficio Idrografico della Provincia Autonoma di Bolzano – Alto Adige, hanno perforato il ghiacciaio del Monte Ortles a 3850 metri per estrarne ben 4 carote di ghiaccio di oltre 60 metri di lughezza.
I ricercatori sono paleoclimatologi, cioè studiano i cambiamenti climatici di tutta la storia della Terra. Comprendendo gli antichi cambiamenti climatici, potremo forse capire meglio anche quelli attuali.
Abbiamo intervistato Paolo Gabrielli, ricercatore principale che ha curato anche le operazioni di carotaggio in Italia. E’ la prima volta che un ghiacciaio delle Alpi orientali viene preso in considerazione per ricerche di questo tipo.
Domanda: Perché si fora il ghiaccio di un alto ghiacciaio per conoscere il clima? Quali informazioni si trovano di solito nel ghiaccio?
Paolo Gabrielli: La neve depositata nei ghiacciai nel corso dei secoli e dei millenni conserva la memoria del suo passaggio attraverso l’atmosfera. Infatti le nevi e i ghiacciai, intrappolano piccole particelle come polvere e pollini, chiamate “aerosol”, ma anche gas come l’anidride carbonica e il metano. In questo modo un ghiacciaio è un database di molti processi ambientali e climatici che hanno influenzato la composizione dell’atmosfera del passato come le emissioni vulcaniche e quelle industriali.
D.: Per quali motivi avete scelto il ghiacciaio del Monte Ortler per estrarre nuclei di ghiaccio e analizzare i problemi del clima?
P.G.: Fino ad ora, nelle Alpi, questo tipo di indagini sono state eseguite solo nel settore occidentale. Mt. Ortles è la montagna più alta delle Alpi orientali ed è un osservatorio ideale per studiare i cambiamenti climatici e ambientali in Europa centrale. In particolare, questa parte delle Alpi ha un regime di precipitazioni molto diverso e quindi dal ghiaccaio dell’Ortles si potrebbe registrare una diversa storia del clima.
D.: Che tipo di analisi effettuerete sulle carote?
Paolo Gabrielli e Lonnie Thompson
D.: Cosa pensate di poter scoprire? Che cosa cercherete?
D.: Gli studi che state conducendo saranno utili per comprendere i cambiamenti climatici del nostro tempo?
P.G.: Sì, perché attraverso lo studio del clima del passato possiamo capire quanto insolito è il cambiamento climatico in corso. In altre parole si possono ottenere indicazioni sul problema se il cambiamento climatico attuale sia dentro o fuori la sua variabilità naturale.
D.: Come le attività umane possono influenzare il clima in questo momento?
P.G.: Utilizzando i combustibili fossili, gli esseri umani emettono in atmosfera grandi quantità di anidride carbonica che è responsabile per il mantenimento di un quantitativo supplementare di calore che altrimenti sarebbe rilasciato nello spazio. Inoltre gli esseri umani disperdono grandi quantità di aerosol in atmosfera che assorbono o riflettono la radiazione solare. In questo modo alcuni degli aerosol sono responsabili del riscaldamento supplementare, mentre gli altri contribuiscono a raffreddare la temperatura del pianeta.
D.: Quando il processo del riscaldamento globale umano potrebbe diventare irreversibile? E ‘possibile saperlo?
Campo base sul Monte Ortles