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Vegetazione delle Alpi, reazioni troppo lente ai cambiamenti climatici

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 08.05.2012

Fra i diversi effetti dei cambiamenti climatici c’è la “migrazione” di alberi e piante. Questo fenomeno interesserà anche le piante che si trovano sulle Alpi. Molti sono gli studi che sono stati effettuati, ma in questi c’erano ancora grandi margini di incertezza. Una nuova ricerca condotta dal Department of Conservation Biology, Vegetation and Landscape Ecology dell’ Università di Vienna con a capo Stefan Dullinger  ha cercato di ridurre questi ambiti incertezza e i  risultati ammoniscono su previsioni troppo ottomisitiche sulla perdita di biodiversità della flora di montagna. Lo studio  è stato pubblicato Nature Climate Change.

Le specie vegetali rispondo ai cambaimenti climatici muovendosi verso i poli o verso maggiori altitudini. Gli studi precedenti di questo fenomeno avevano preso in considerazione ipotesi troppo semplificative che portavano con sè diverse incertezze sulla perdita di specie.

Secondo i ricercatori, che hanno usato un nuovo approcccio di modellazione alcune ipotesi precedenti sono semntite. Ad esempio applicando il modello a 150 specie di montagna che migreranno a causa dei cambaimenti climatici nel corso di questo secolo i ricercatori si sono accorti che l’area di distribuzione della piante si ridurrà del 44-50% che è una previsione moderata rispetto a quelle fatte in precedenza.

Ma gli studiosi hanno anche dimostrato che i rapidi cambiamenti climatici previsti per questo secolo creeranno uno spostamento delle specie maggiore di quello previsto. In aprticolare molte delle specie che si prevedeva sarebbero sopravvissuto nell’immediato futuo, lo faranno grazie a condizioni climatiche locali che non sono favorevoli per una sopravvivenza a lungo termine perchè l’estinzione viene ritardata dalle strategie di riporduzione e dalla riproduzione clonale.

“Questi risultati mettono in guardia su un disegno troppo ottimistico sulla perdita di specie di montagna nel corso dei prossimi decenni”, dice Stefan Dullinger presso l’Università di Vienna, “perché le ultime conseguenze del riscaldamento climatico sulla distribuzione delle piante nelle Alpi saranno si realizzeranno con un ritardo di decenni o addirittura di secoli. ”

Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che le piante endemiche delle Alpi, cioè che non si trovano altrove, sono particolarmente sensibili agli impatti climatici. Fino al 75% di queste specie potrebbero trovarsi ad affrontare una riduzione del loro range di oltre l’ 80% della loro attuale distribuzione perché spesso hanno una capacità di dispersione particolarmente bassa e si verificano in più basse catene montuose marginali, che potrebbero trasformarsi in trappole climatiche a causa del riscaldamento. “Questo è particolarmente preoccupante perché le piante endemiche rappresentano un patrimonio naturale unico in una regione e la loro perdita è quindi irreversibile”, ha aggiunto Karl Hülber  del Vienna Institute of Nature Conservation & Analyses (VINCA).

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