In occasione dell’Assemblea Generale 2012 della American Society for Microbiology i ricercatori che si occupano delle patologie delle api mellifere hanno riportato i risultati delle loro ricerche sui virus che colpiscono questi importantissimi insetti.
“Il nostro approvvigionamento alimentare dipende dalle azioni di milioni di insetti, comprese le comunissime api. Data l’importanza delle api come impollinatori nell’ agricoltura degli Stati Uniti e per l’approvvigionamento alimentare attuale e futuro, la salute delle api mellifere è fondamentale”, spiega Diane Yost, ricercatrice dello studio.
Le api sono colpite negli ultimi anni da molti fenomeni , non ancora completamenti spiegati, come il Colony Collapse Disaster e da virus trasmessi nei modi più disparati, a volte anche attraverso gli acari, come nel caso di Varroa. Inoltre sono stati dimostrati gli effetti nocivi sulle api di alcuni comuni pesticidi che sono stati largamente usati in passato e che, grazie a nuove normative, sono stati vietate in alcuni paesi, ma non dappertutto.
L’ American foulbrood disease (AFD) è la più diffusa e la più distruttiva malattia che colpisce le api da miele. E’ causata da un batterio patogeno Paenibacillus larvae. Le giovani larve di api si infettano quando ingeriscono le spore batteriche del loro cibo. Le larve infettate normalmente muoiono e con loro i batteri , ma non prima di aver prodotto milioni di spore.
Anche se ci sono dei trattamenti chimici che possono fermare l’AFD, purtroppo hanno durata brevissima e andrebbero eseguiti costantemente. Infatti una volta che il trattamento viene sospeso le spore germinano di nuovo ricreando un focolaio della malattia. Poiché le spore possono sopravvivere fino a 40 anni, molti Stati richiedono che gli alveari malati vengano bruciati completamente..
Yost e i suoi colleghi stanno per questo cercando un trattamento alternativo per l’AFD. Si stanno concentrando sull’utilizzo di batteriofagi, i virus che infettano e uccidono i batteri specifici, per indirizzarli sui batteri responsabili dell’AFD ed eventualmente curare la malattia.
“Se si riuscisse a sviluppare un rimedio efficace per la malattia , gli alveari che sono infettati con l’agente patogeno potrebbero essere trattati, anziché bruciati, procedura che è attualmente l’unico trattamento efficace”, spiega Yost.
I ricercatori hanno condotto una lunga ricerca di batteriofagi da fonti ambientali, tra cui campioni di suolo di deserto e di giardino, alveari, fiori, compost e cosmetici contenenti cera d’api. Circa 100 campioni sono stati testati per la presenza di batteriofagi. 31 di questi sono stati isolati e ciascuno è stato successivamente testato contro 8 diversi ceppi del patogeno AFD. I ricercatori hanno identificato 3 batteriofagi che avevano attività contro gli 8 ceppi di batteri.
“Questi risultati dimostrano che i batteriofagi in grado di infettare le larve di P. sono presenti nell’ambiente naturale, e questi potrebbero rappresentare il primo passo nello sviluppo di un potenziale trattamento per l’AFD”, spiega Yost.