
Montpelier, capitale del Vermont
A metà degli anni 70 il re del Bhutan Jigme Singye Wangchuck, coniò il termine Felicità Interna Lorda, contrapponendolo al Prodotto Interno Lordo. In occidente sarà ben difficile arrivare a tanto, infatti nel FIL sono inseriti anche valori morali, ma lo stato del Vermont sta provando a cambiare qualcosa chiedendosi quanto benessere ci sia in un Prodotto Interno Lordo. Il Governo perciò ha cominciato a elaborare una nuova definizione di PIL che tenga conto del benessere della popolazione e della sostenibilità dell’economia. E questa settimana ha incaricato il Gund Institute for Ecological Economics della University of Vermont di sviluppare un nuovo modo di misurare la ricchezza dell’economia del Paese: questo nuovo indicatore è chiamato “Vermont Genuine Progress Indicator”, Indicatore di Progresso Autentico del Vermont o GPI.
Dopo la secondo Guerra mondiale il PIL aveva tenuto in considerazione solo le transazioni commerciali. “Aumentare il numero delle transazioni è l’unico scopo dell’economia?” ha chiesto Jon Erickson, professore al Gund Institute. “E questo lo scopo principale?” Il professore non crede che sia così.
“Il PIL è una nozione che si è sviluppata dopo la Grande Depressione ed è diventata uno strumento di pianificazione dominante nell’espansione economica post-industriale” ha spiegato” Ma oggi gli economisti e i politici si stanno chiedendo dell’utilità di questo strumento per misurare il progresso, cercando un nuovo metodo per misurare la realtà ambientale e sociale dei nostri tempi.
L’Università e i politici hanno lavorato a lungo, fianco fianco per elaborare una legge che consenta all’Università di scrivere un nuovo indice che possa tenere conti di nuovi fattori ed essere quindi più aderente alle necessità contemporanee. Il nuovo strumento “sarà uno strumento utile al governo per prendere decisioni, misurerà il progresso nelle applicazioni delle politiche e dei programmi; e servirà come strumento per identificare le priorità per la gente, includendo nuovi fattori come i diritti umani”.
Secondo Eric Zencey del Gund Insitute, che coordinerà i lavori sul GPI, non c’è più bisogno di far crescere l’economia, c’è bisogno che l’economia sia sostenibile per le comunità.
“Il PIL assume che se lavoriamo 80 ora alla settimana, lasciando i nostri figli da qualche parte per tutto il giorno, avendo uno stile di vita consumista, è una cosa buona per l’economia” a detto Erickson, “Ma questa forse non è una cosa buona per il nostro benessere.”
Nel PIL cose come l’inquinamento dell’aria e dell’acqua e lo sfruttamento del suolo possono essere contate come benefici, invece nel GPI vengono considerati fattori negativi. Vengono invece inseriti nel GIP nuovi fattori positivi come il volontariato e i lavori di casa.
Il GPI è stato proposto dal senatore Antony Pollina, che ha dichiarato: “Il GPI tiene conto della qualità della vita delle persone , non solo del denaro che si muove in un’economia. Noi combattiamo per un’economia che produca prosperità in modo che si creino famiglie solide, comunità più forti e che si protegga l’ambiente”
Alla stesura del GPI parteciparanno anche le associazioni non profit e le organizzazioni delle comunità.
Dopo tanta ambita ma impossibile continua crescita del PIL, dovuto a limiti in tutte le cose di questo mondo, questo è un punto di partenza per vedere un mondo più vivibile. Ma del FIL gli speculatori non sanno che farsene.