Si chiama “Creare una nuova Europa per il Pianeta” la campagna del WWF cui hanno già aderito 135 candidati appartenenti a tutte le liste e partiti più importanti alle elezioni europee del 25 maggio: 38 del M5S, 33 dei Verdi/Green Italia, 32 della Lista Tsipras, 23 del PD, 4 di Scelta Europea, 3 di Forza Italia, 1 dello NCD e 1 di FdI, di cui, 59 donne e 76 uomini. I candidati sono dislocati nei collegi Nord Ovest e Centro (36 a pari merito), cui seguono il Nord Est e il Sud con 29 e le Isole con 5. Nella nota diffusa dal WWF è chiaramente spiegato che c’è ancora questa settimana per sottoscrivere l’appello, nella convinzione che la scommessa per il rilancio dell’Europa può essere vinta a partire dalle questioni legate all’ambiente e allo sviluppo sostenibile.
I 135 candidati italiani vanno a sommarsi a quelli europei per un totale di 670 per porre all’attenzione dei decisori politici le sfide che dovranno essere affrontate nel prossimo quinquennio dalle politiche comunitarie, che dovrebbero dar vita a un’economia innovativa, assicurare posti di lavoro e proteggere il nostro ambiente e la nostra salute. Nel Manifesto del WWF si legge infatti: “Si deve puntare sull’ambiente per uscire da questa crisi di sistema, bisogna passare dal fiscal compact al wellbeing compact, ad un nuovo patto sociale per il bene del Pianeta e per il benessere e il progresso della società, basato sull’equità, l’innovazione e l’efficienza nell’uso delle risorse, la tutela e la valorizzazione del capitale naturale e dei servizi ecosistemici. L’ecologia è parte integrante dell’economia: sono 5 milioni i posti di lavoro che potrebbero essere creati in Europa conseguendo gli obiettivi dell’Unione Europea al 2020 su clima e energia (fonte: Commissione Europea, 2012) e sono già oggi 14,6 milioni i posti di lavoro che sono assicurati dalla biodiversità e dai servizi ecosistemici (Commissione Europea, 2011)”.
Quello del 25 maggio è indubbiamente un voto importante, dal momento che gli europarlamentari rivestono un ruolo rilevante per quanto riguarda il futuro dell’ambiente, poiché ben l’80% della normativa ambientale è decisa in sede europea e influenza direttamente la vita quotidiana di ciascuno di noi. Dati alla mano (fonte Eurobarometro), sebbene la fiducia nel progetto europeo sia scarsa (solo il 31% dei cittadini europei dichiara di aver fiducia nell’Unione Europea), per quanto riguarda i temi ambientali la partecipazione è davvero ampia con il 95% dei cittadini UE che ritiene importante la protezione dell’ambiente e l’81% che è convinto che la normativa comunitaria ambientale concorra ad attenuare le problematiche. In sostanza la questione cruciale per il WWF consiste nella riduzione dell’impronta ecologica dell’Europa per rispettare i limiti delle risorse del Pianeta, strizzando un occhio anche all’equità sociale e al benessere, operando scelte economiche più efficienti e innovative. Se continuassimo a conservare lo stesso stile di vita, secondo il WWF avremmo bisogno di 2,8 pianeti.
In particolare il Manifesto del WWF evidenzia alcune questioni cogenti quali: affrontare il cambiamento climatico, passare ad un’economia efficiente nell’impiego delle risorse, fermare la perdita di biodiversità, incoraggiare consumi più sani, equi e sostenibili, assicurare acque pulite e salubri, salvaguardare l’ambiente in modo da garantire il benessere umano in tutto il mondo, bloccare il commercio illegale di legname e fauna selvatica, garantire un’agricoltura sostenibile, ripristinare gli stock ittici.