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Marocco verso la monarchia costituzionale

Scritto da Chiara Pane il 07.07.2011
Il sovrano del Marocco, Re Mohamed VI

Il sovrano del Marocco, Re Mohamed VI

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha inviato il 5 luglio un messaggio di auguri al sovrano del Marocco, complimentandosi per il fortunato risultato del referendum costituzionale dello scorso 2 luglio, che prevedeva la fine della monarchia assoluta marocchina, l’aumento del potere del parlamento ed un governo e un sistema giudiziario sempre più indipendenti.

Il messaggio recita: “Maestà, desidero congratularmi per l’importante approvazione, avvenuta per referendum, della nuova Costituzione da Lei proposta. Il Marocco compie così un passo avanti coraggioso nel processo, da Lei avviato, di rafforzamento delle istituzioni democratiche del Paese. Nel felicitarmi per questa significativa tappa nella storia del Regno del Marocco – significativa ed esemplare per l’intera area sud-mediterranea – desidero confermare i sentimenti di profonda amicizia miei e del popolo italiano per Vostra Maestà e per il popolo marocchino, insieme alla volontà di continuare una sempre più proficua cooperazione tra i nostri due Paesi nell’interesse della pace e dello sviluppo in tutta la regione mediterranea” [repubblica.it affari e finanza].

In effetti è stato un vero e proprio plebiscito per il re Mohammed VI. Secondo i dati diffusi dal Ministero degli Interni marocchino, il 76,6% dei 13 milioni di elettori si è recato alle urne e il 98,4% dei votanti ha risposto ”sì” al referendum sulla proposta di riforma costituzionale presentata dal sovrano. Al di la dell’altissima percentuale dei “si”, probabilmente legalmente discutibile – alcune fonti riferiscono che era possibile votare senza aver precedentemente mostrato la carta d’identità – il risultato che desta maggiore attenzione è l’altissima percentuale di votanti, di gran lunga superiore alle ultime elezioni legislative del 2007 quando solo il 37% degli aventi diritto si era recata alle urne. In quell’occasione la disaffezione politica era stata ampiamente sottolineata non solo dall’astensionismo ma anche dall’altissimo numero di schede nulle.

La nuova reale conquista del Marocco e dei marocchini risiede dunque nell’acquisita consapevolezza dell’utilizzo dello strumento elettorale per dirigere il proprio futuro. Nell’ultimo decennio i dati elettorali erano stati alquanto preoccupanti e la disaffezione politica era cresciuta assieme all’astensionismo. Se alle elezioni del 1997 aveva partecipato solo il 58% della popolazione, alle successive elezioni del 2002 la percentuale si era abbassata al 52% per giungere ai dati ancora più sconfortanti delle ultime elezioni del 2007.

Ma la situazione sembra essersi davvero ribaltata ed il popolo marocchino sembra aver riconquistato la fiducia nelle istituzioni che da tempo aveva perduto. Adesso i marocchini si aspettano una marcia veloce verso un reale processo di democratizzazione. Il prossimo appuntamento è rappresentato dalle elezioni legislative che saranno fissate nei prossimi tre mesi. L’importanza delle stesse è vitale poiché in questa fase storica il Marocco necessità di un parlamento forte, in grado di agguantare quanti più “privilegi” possibili.

La scommessa resta per Mohammed VI quella di rendere effettive le novità introdotte dalla riforma della costituzione, soprattutto quelle riguardanti l’ampliamento dei poteri del parlamento e l’autonomia degli altri due organi istituzionali.

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