Il Marocco ha approfittato della 67esima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, per dare rilievo internazionale alla proposta di autonomia per i territori della regione del Sahara, che dovrà essere sottoposta a referendum popolare e potrebbe rappresentare la soluzione definitiva dell’annosa questione del Sahara Occidentale. Nel frattempo, alcune organizzazioni internazionali biasimano il grave problema del non censimento della popolazione che vive accampata nei campi di Tindouf.
In un articolo pubblicato qualche settimana fa dal quotidiano marocchino Le Matin.ma, si legge: “La mancata registrazione della popolazione dei campi di Tindouf è una situazione unica al mondo, anomala e illegale”. In occasione del 21esimo Consiglio dei diritti dell’uomo, conclusosi il 28 settembre, alcune organizzazioni internazionali, come l’Internazionale Democratica di Centro (IDC), l’Organizzazione per la Comunicazione in Africa e della Promozione della Cooperazione Economica internazionale (OCAPROCE), e l’Agenzia Internazionale per lo Sviluppo (AIDE), prosegue l’articolo, avrebbero richiamato l’attenzione della comunità internazionale su questa scabrosa situazione. L’articolo denuncia anche numerosi casi di anemia, soprattutto fra le donne in gravidanza e i bambini. L’IDC, in particolare, ha sottolineato il problema delle elusioni degli aiuti internazionali inviati ai rifugiati, da parte del movimento separatista Polisario, che a detta dell’organizzazione stessa, si sarebbe arricchito con queste pratica. Dal canto loro i rappresentanti dell’OCAPROCE hanno ribadito grande preoccupazione per la negazione dei diritti a cui è sottoposto il popolo saharawi che abita nei campi. (Fonte Le Matin.ma).
La situazione sta a cuore anche al presidente della Confederazione dei Marocchini in Italia, Yassine Belkassem, che ha espresso la sua opinione in merito: “Il censimento produrrà la fine della pratica illecita di deviazione degli aiuti umanitari e renderà visibili le persone che abitano in quei campi”. Belkassem spiega anche, che “il degrado delle condizioni di vita nei campi, spinge numerosi saharawi disperati nella ragnatela della criminalità organizzata, impegnata nel traffico di armi e droga”.
Durante una conferenza sul tema dei diritti umani nelle regioni di conflitto, Saadani Maouelainine, la rappresentante del Consiglio Reale Consultivo per gli Affari del Sahara (CORCAS), avrebbe inoltre ribadito che il popolo saharawi “vive da più di tre decenni totalmente privo di ogni diritto fondamentale, in particolare del diritto di movimento e di espressione”. La rappresentante ha sobbarcato tutta la responsabilità della situazione all’Algeria, perché come ha spiegato “è il Paese di accoglienza e quindi ne ha la responsabilità totale”, dunque ha proseguito “deve assumersi le conseguenze umanitarie, sociali e di sicurezza dell’intera regione”. Parole durissime che non faranno piacere alle vicina di casa e dietro ai quali si cela un giudizio di parte. D’altronde sulla questione del Sahara Occidentale il popolo marocchino è unito, rivendicando all’unisono l’appartenenza del territorio al proprio Paese.
Sull’unità nazionale del suo Regno, si è espresso anche il re Mohammed VI, durante la 67esima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Nel comunicato letto dal fratello del re, il principe Moulay Rachid, emerge la volontà del Marocco di perseguire il lavoro di cooperazione con la MINURSO, la missione delle Nazioni Unite per il referendum del Sahara Occidentale creato nel 1991, partendo però dall’iniziativa di autonomia. Tale iniziativa è stata elaborata dal Marocco e rappresenta la risposta politica alla disputa dei territori del Sahara Occidentale. L’articolo 5 dell’iniziativa prevede l’autonomia del territorio, che potrà auto amministrarsi e avrà alcuni poteri di bilancio. Lo stato, invece, manterrà pieni poteri nei domini reali, come la difesa, le relazioni esterne, la costituzione e la religione. L’articolo 8 prevede che l’iniziativa di autonomia sia sottoposta al referendum popolare, conformemente al diritto di autodeterminazione e alla Carta delle Nazioni Unite.
Grazie Chiara!
La storia si articola meglio. Ho capito qualcosa di più.
Mi spiace per Soufiane (marocchina) che è preoccupata per le ingenti spese di ammodernamento fatte dal “buon” re. Immagino prima fosse …solo uno squallore: solo sabbia e pochi beduini che si sperdevano con facilità… La riconoscenza non è di questo mondo.. ;-)
http://gaianews.it/cultura-e-societa/popolidiritti/marocco-saharawi-lindipendenza-negata-28086.html
La fonte dell’articolo è Chiara (cioè tu).
E se tu riporti solo il punto di vista dell’occupante (rileggitelo)e apparentati io ci vedo una distrazione o fretta nel comporre un articolo: non metto in dubbio la tua buona fede.
Rimane evidente una “riscrittura” di questa sofferta storia.
Se la corruzione ha pregiudicato Al Fata, figuriamoci in queste situazioni tribali.
E interviene l’..illuminato e disnteressato Re del Marocco…
sono zone difficili e allora impegniamoci di più a capire la complessità. E’ uno stimolo; non una lapidaria stroncatura.
Caro Salvatore, le fonti dell’articolo sono chiaramente specificate, questa è l’ opinione della stampa filo monarchica marocchina e di alcuni marocchini stessi, come dil rappresentante della comunità marocchina in italia. però dentro ci sono anche commenti di alcune organizzazioni internazionali, che magari come dici tu sono di parte. La realtà è sicuramente più complessa. Stai pur certo che la rivista non si limita a raccogliere veline da fonti marocchine.
Per quanto riguarda il Fronte Polisario, purtroppo alcuni legami poco leciti sono biasimati a livello internazionale. Infine nonostante la Minurso sia stata creata dall’ONU per promuovere l’indipendenza, oggi la soluzione dell’ autonomia sembra più probabile.
– Da questo articolo si evince il diritto del Marocco sul territorio, in contrarietà alle disposizioni dell’onu che lo prevedeva indipendente.
– la SQUALIFICA del Fronte Polisario (è l’organo di resistenza !!!)
– la squalifica dell’Algeria (che ha dato asilo politico ai profughi!!)
– il ruolo di garante dei diritti svolto dal paese occupante: il Marocco.
E’ un autentico CAPOVOLGIMENTO di quanto fin’ora noto a tutti.
Spero che questa testata non si limiti a raccogliere “veline” da fonti marocchine, altrimenti…