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Acque dolci in Europa: più inquinate del previsto

Sempre più lontani gli obiettivi europei contro l'inquinamento delle acque secondo uno studio pubblicato su PNAS, possibili rischi anche per la salute umana

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 17.06.2014

Un recente studio condotto dall’Istituto per le Scienze Ambientali Landau in collaborazione con il Centro Helmholtz per la ricerca ambientale (UFZ) e altri colleghi dell’Università della Lorena e svizzeri dell’Istituto federale di Aquatic Science and Technology, ha dimostrato che gli obiettivi degli stati membri dell’UE sulla qualità delle acque dolci previsti per il 2015 probabilmente non saranno raggiunti: l’inquinamento rilevato è ancora molto alto. Inoltre lo studio dimostra per la prima volta su scala pan-europea che i rischi ecologici derivanti dalle sostanze chimiche tossiche sono notevolmente maggiori di quanto si sia generalmente assunto.

Fiume

Infatti l’aspetto più importante rilevato è stato che i rischi ecologici provenienti dagli agenti tossici chimici riguardano diverse migliaia di sistemi acquatici europei. La tossicità chimica rappresenta una minaccia ecologica per quasi la metà di tutti gli organismi acquatici europei e in circa il 15% dei casi, il biota nei sistemi di acqua dolce può anche essere oggetto di mortalità acuta.

I ricercatori hanno studiato il bacino idrografico di importanti reti di flusso, come il Danubio e il fiume Reno, a livello pan-europeo. Per la prima volta è stata stimata per questi grandi bacini fluviali la misura in cui le soglie di rischio sono state superate per tre gruppi di organismi, in particolare pesci, invertebrati e alghe. I dati utilizzati provenivano da attività di monitoraggio ufficiali delle acque degli ultimi anni.

acqua dolce

Crediti: Photo: André Künzelmann, UFZ

I monitoraggi sono stati condotti con modalità diverse pertanto non è possibile confrontare i dati dei diversi paesi
Ad esempio lo studio rileva che la qualità dell’acqua è peggiore in Francia, presumibilmente a causa del fatto che le autorità di questo stato hanno installato una rete di monitoraggio fitta e analizzato campioni di acqua per molteplici sostanze. In altri paesi, invece, i rischi potrebbero rimanere non riconosciuti perchè non si sono presi in considerazione tutte le sostanze o a causa di analisi condotte con metodi meno severi “In generale abbiamo probabilmente sottovalutato piuttosto che sopravvalutato i rischi nelle nostre analisi”, commenta il capo del team Ralf B. Schäfer dell’Istituto per le Scienze Ambientali Landau. “Lo stato attuale e le condizioni degli ecosistemi di acqua dolce europei è probabilmente anche peggiore.”

I fattori principali che contribuiscono alla contaminazione chimica degli ecosistemi acquatici sono lo scarico da attività agricole e gli impianti di depurazione comunali. I pesticidi sono stati di gran lunga i principali tossici dei sistemi d’acqua dolce insieme con composti organostannici, ritardanti di fiamma bromurati e gli idrocarburi policiclici aromatici derivati ​​da combustione.

Gli obiettivi dell’UE si basano sulla presenza di 40 sostanze chimiche classificate come particolarmente pericolose per l’ambiente acquatico. “Fortunatamente l’uso di molte di queste sostanze prioritarie non è più consentito e pertanto i loro livelli di concentrazione sono in costante diminuzione in molte zone dei flussi europei. Il vero problema, tuttavia, è che un gran numero di sostanze chimiche che sono attualmente in uso non sono prese in considerazione nel contesto del monitoraggio della qualità dell’acqua”, afferma il dottor Werner Brack dal Centro Helmholtz per la ricerca ambientale a Lipsia. Inoltre secondo altri studi i livelli di soglia per alcune sostanze potrebbero essere troppo alti.

Secondo gli scienziati il monitoraggio dovrebbe essere condotto con criteri omogenei. “In termini pratici, ciò significa che è necessaria un’azione urgente a tutti i livelli, per assicurare la protezione sostenibile dei nostri ecosistemi acquatici”, dice Schäfer.

Il team di scienziati concorda sl fatto che a meno che lo cose non cambino in fretta gli obiettivi europei non saranno raggiunti. A lungo termine, spiegano gli scienziati, questo può anche portare a rischi per gli esseri umani, causati da una possibile insufficienza dei servizi ecosistemici, come la compromissione della capacità di autodepurazione dei corpi idrici.

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