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Costa Rica: tartarughe minacciate dalla pesca intensiva
Ambientalisti denunciano conflitti di interesse del Governo

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 03.10.2013

Secondo una ricerca le tartarughe marine del Costa Rica sono seriamente minacciate dalla pesca commerciale. Gli ambientalisti, che si sono riuniti in un comitato, chiedono che vengano rispettate le leggi sulla pesca e che siano istituite aree marine protette. Inoltre denunciano i conflitti di interesse del Governo, che avrebbe interessi diretti nella pesca commerciale.

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La ricerca pubblicata sul Journal of Experimental Marine Biology and Ecology, spiega che la pesca in Costa Rica rappresenta una grave minaccia per la sopravvivenza di popolazioni di tartarughe marine del Pacifico orientale, ma anche per la popolazione di squali.La ricerca è stata condotta da un team della Drexel University insieme con Pretoma, un’associazione ambientalista e un’organizzazione non-profit statunitense la Leatherback Trust

I ricercatori hanno utilizzato i dati rilevati da osservatori scientifici a bordo dei pescherecci con palangari che hanno registrato tutti i pesci e gli altri animali catturati dai pescatori dal 1999 al 2010 e le posizioni delle catture. Tali dati hanno fornito la base per un’analisi matematica della pesca, con una conseguente mappatura dei luoghi geografici e una stima del numero totale di catture di tartarughe marine.

I ricercatori hanno scoperto con sorpresa che il primo pesce più pescato era la lampuga, ma che la seconda specie più pescata era una tartaruga segnalata con Vulnerabile nella lista rossa della IUCN, la tartaruga bastarda olivacea.

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Si stima che più di 699.000 tartarughe olivacee e 23.000 tartarughe verdi siano state catturate durante il periodo dello studio (1999-2010 ) .

Sebbene circa l’80 per cento delle tartarughe marine catturate venga rilasciata dai palangari e sopravviva all’esperienza, almeno nel breve termine, l’impatto a lungo termine non è ancora adeguatamente misurato.

“E’ comune vedere le tartarughe marine agganciate ai palangari lungo la costa in Costa Rica. Siamo in grado di liberarne alcune, ma non tutte”, ha detto il dottor James Spotila,  della Drexel . “L’effetto dei ganci arrugginiti può essere quella di trasmettere malattie alle tartarughe. Nessuno lo sa con certezza perché nessuno segue le tartarughe per vedere se si ammalano”.

I ricercatori hanno inoltre potuto notare che nello stesso periodo sono diminuiti anche i siti di nidificazione.
Ma la pesca effettuata con i palangari minaccia anche altre specie, fra cui gli squali che sono diminuiti nel numero e sono diventati più piccoli per dimensione nell’arco di 11 anni.
Questi, secondo i ricercatori sono chiari segnali che gli squali sono sovrapescati. E il pericolo non riguarda solo gli squali, ma potrebbe riguardare anche la lampuga, perchè nessuno sa se la popolazione è in declino oppure no. E, aggiungono i ricercatori, un crollo di una specie potrebbe avvenire improvvisamente e in modo del tutto inaspettato.

Tartarughe: costarica

Per invertire questa pericolosa tendenza i ricercatori chiedono ai politici che i periodo di stop della pesca vengano rispettati. In particolare il dito viene puntato su INCOPESCA, l’agenzia di gestione della pesca del governo, che non riconosce l’insostenibilità di questo tipo di pesca e non riesce a far rispettare le leggi.

“INCOPESCA non è riuscita a studiare e regolare la pesca in Costa Rica per molti anni in modo adeguato. Non fa nemmeno rispettare le leggi nazionali. I membri del Consiglio hanno gravi conflitti di interesse, perché sono pescatori commerciali”, ha detto Randall Arauz che si batte per la conservazione delle specie marine. “Fino a quando  INCOPESCA non sarà  riformata in modo tale che il Consiglio di Amministrazione avrà come sua missione  quella di difendere l’interesse pubblico , né i pesci né le tartarughe saranno al sicuro.”

Arauz, co- autore dello studio, ha studiato le tartarughe di mare e la pesca in Costa Rica per più di 30 anni. Ha diretto il programma di osservazione in mare che ha raccolto i dati su imbarcazioni con palangari che sono stati alla base di questo studio.

Arauz chiede che siano istituite aree marine per proteggere le tartarughe e gli squali. “C’è ancora tempo per salvare sia la pesca che le tartarughe se si interviene presto “, ha detto Arauz  che propone anche programmi di rieducazione dei pescatori.

Gli ambientalisti si sono riuniti in un comitato, il “Fronte per i nostri oceani”.

 

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