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Tornano bisonti, lupi e orsi in Europa, a dirlo un rapporto di Rewilding Europe

Scritto da Marta Gaia Sperandii il 04.10.2013

Secondo uno studio recentemente pubblicato, sono molte le specie di fauna selvatica che stanno tornando a popolare il nostro continente. Tra queste spiccano il castoro eurasiatico, il bisonte europeo e l’aquila dalla coda bianca. Il merito è anche di Rewilding Europe, iniziativa nata nel 2011 con un obiettivo ambizioso quanto condivisibile: rendere l’Europa un posto più selvaggio.

La ricerca, commissionata proprio da Rewilding Europe e condotta dalla Zoological Society of London (ZSL) in collaborazione con BirdLife International ed European Bird Census Council (EBCC) si è avvalsa dell’apporto di numerosi esperti da tutta Europa ed è culminata nella stesura di un rapporto denominato “Wildlife Comeback in Europe” che restituisce un quadro dell’evoluzione demografica e geografica, dal secolo scorso ad oggi, di un gruppo selezionato di animali.

Lupo fotografato sui Monti Bieszczady. Foto: Grzegorz-Lesniewski/Wild Wonders of Europe

Lupo fotografato sui Monti Bieszczady. Foto: Grzegorz-Lesniewski/Wild Wonders of Europe

I risultati parlano di ben 37 specie di mammiferi ed uccelli la cui popolazione è risultata in crescita nel corso degli ultimi 50 anni. Esempi significativi, dai quale trarre importanti spunti per attività di conservazione a scala internazionale.

Il bisonte europeo (Bison bonasus), considerato estinto già agli inizi del secolo scorso nel suo ambiente naturale a causa di attività di caccia e perdita di habitat, conta adesso su una popolazione stimata in circa 3000 esemplari, distribuiti prevalentemente in Polonia e Bielorussia. A consentire il suo ritorno, un importante programma di allevamento e reintroduzione basato sui pochi individui che erano sopravvissuti in cattività.

Stessa storia, o quasi, per l’aquila dalla coda bianca (Haliaeetus albicilla). Questo predatore, dalle considerevoli dimensioni, vive finalmente un trend demograficamente positivo, dopo un periodo di buio verificatosi tra il 1800 e il 1970, durante il quale la sua presenza si è fortemente ridotta fino a scomparire in diversi paesi. In Europa, grazie ad azioni legislative mirate, la sua popolazione è passata dalle circa 2500 coppie del 1970 alle 9600 del 2010.

Il rapporto evidenzia una generale tendenza di mammiferi come ungulati ed alcuni predatori a ristabilirsi naturalmente in aree abbandonate dall’agricoltura, ed è proprio in questi spazi che mira ad inserirsi Rewilding Europe, progetto al quale lavorano attivamente WWF, ARK Nature, Wild Wonders of Europe e Conservation Capital.

Bisonte (Bos Bonasus), al Kennemerduinen National Park, Kraansvlak, Paesi Bassi. Foto: Staffan Widstrand, Wild Wonders of Europe

Bisonte (Bos Bonasus), al Kennemerduinen National Park, Kraansvlak, Paesi Bassi. Foto: Staffan Widstrand, Wild Wonders of Europe

L’idea è semplice ma efficace: abbiamo un fenomeno che è l’abbandono di aree rurali, a causa del quale si renderanno disponibili entro il 2030 complessivamente circa 30 milioni di ettari. Tendenzialmente un grosso problema, che Rewilding Europe intende però trasformare in immensa opportunità, favorendo il ritorno di molti di questi ambienti ad uno stato selvaggio, creando grandi aree protette (sullo stile dei parchi del Serengeti e di Yellowstone) ed incentivando turismo sostenibile in queste zone, col fine ultimo di ispirare una transizione verso economie basate sempre più su valori naturalistici. Il tutto condito da coinvolgimento di popolazioni locali e creazione di opportunità lavorative, a rendere la ricetta potenzialmente più che vincente.

Le 37 specie descritte ovviamente non possono dare un quadro esaustivo della situazione, e va tenuto sempre conto che il bilancio della biodiversità è purtroppo ancora lungi dall’andare in positivo. Questo rapporto mostra tuttavia come un ritorno della fauna selvatica sia possibile, a patto che ci sia la volontà di impegnarsi seriamente in questo senso. Gli strumenti atti a perseguirlo, secondo il Managing Director di Rewilding Europe Frans Schepers, sono protezione legislativa, sostegno attivo alle popolazioni di animali esistenti, ed interventi di reintroduzione. Proprio per quanto riguarda l’azione normativa Gerben-Jan Gerbrandy, parlamentare europeo e relatore per la biodiversità, ci tiene a sottolineare come risultati del genere, riconfermando ancora una volta la formidabile capacità di resilienza della natura, siano però anche indice dell’efficienza di una politica europea in atto da anni grazie a numerose direttive di settore.

Rewilding Europe nello specifico si propone di riportare allo stato selvaggio, entro il 2020, un milione di ettari in Europa suddivisi in 10 aree paesaggisticamente eterogenee. La prima fase dell’iniziativa, attualmente in corso, si sviluppa su 5 aree: la parte occidentale della penisola iberica, i Carpazi orientali e meridionali, il delta del Danubio e le Alpi bebie in Croazia.

Il rapporto “Wildlife Comeback in Europe”, disponibile online all’indirizzo www.rewildingeurope.com, verrà presentato in occasione di Wild10, congresso internazionale sull’ambiente selvatico apertosi oggi a Salamanca, i cui lavori proseguiranno fino al 10 Ottobre.

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  • Alberto Zazza scrive:

    contro tendenza fertile. speriamo che non si scontrino con habitat dell’uomo. occorrono le leggi ma presa di coscienza essenziale.