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La privatizzazione dell’acqua potabile pone sfide alla salute pubblica… anche in Canada

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 18.05.2010

AcquaCANADA – Il dibattito sulla privatizzazione dell’acqua non esiste solo in Italia. Infatti, in Canada si stima che tra i 3 e i 4 milioni di persone – circa un canadese su 8 – bevano acqua di fornitori privati.

Scarsità di controlli e di manutenzione mettono i consumatori di queste acque a grave rischio di contaminazione rispetto al sistema pubblico, secondo un articolo presente nel CMAJ (Canadian Medical Association Journal). Esso incoraggia anche i consumatori a responsabilizzarsi e di  prendere le necessarie precauzioni rispetto alla qualità dell’acqua che bevono e chiama a responsabilizzarsi il Governo, che dovrebbe porre un occhio più attento al problema, anche indirizzando risorse per la formazione e la prevenzione.

Epidemie causate dall’acqua sono comuni nei paesi in via di sviluppo, ma potrebbero avvenire anche nelle nazioni ricche. Negli Stati Uniti  epidemie o malattie dovute all’acqua affliggono 19,5 milioni di persone ogni anno, e circa 3 quarti di queste sono riconducibili ad acqua prelevata da sorgenti sotterranee. Uno studio britannico ha scoperto che la diffusione periodica di malattie infettive dovute all’acqua tra persone che si riforniscono da soggetti privati è 35 volte maggiore rispetto a chi si forniesce da acquedotti pubblici.

Mentre molti canadesi sono riforniti da sistemi pubblici di distribuzione idrica, le persone che vivono in aree rurali spesso si appoggiano a aziende private, molte delle quali si approvvigionano di acqua prelevata dal sottosuolo. Tali strutture private potrebbero non avere un sistema di controllo delle acque sufficiente per escludere rischi per la salute pubblica. Uno studio nella regione dell’Ontario dice che solo l’8% dei sistemi idrici privati rispettano le raccomandazioni della provincia riguardo alla frequenza dei controlli.

“La percezione che i soggetti privati, la maggioranza dei quali preleva acqua dal sottosuolo, abbiano una qualità maggiore degli enti pubblici, è non solo poco chiara, ma soprattutto infondata,” dice il dottor Jeffrey Charrois, che ha partecipato allo studio. “Una fornitura di acqua potabile sicura e priva di rischi è necessaria per proteggere la salute pubblica e richiede una presa di coscienza, una formazione tecnica all’altezza del compito e un impegno ad eseguire i controlli richiesti dalle autorità”.

La contaminazione dei pozzi può essere dovuta a batteri, virus enterici e protozoi – organismi patogeni che causano varie malattie – ma anche a pesticidi, nitrati e arsenico di origine naturale. Uno studio su 288 eventi di diffusione di malattie infettive dovute all’acqua che si sono verificati in Canada negli ultimi 27 anni ha dimostrato che due terzi dei casi erano da ricondurre ad acqua privata o semi-privata. In un altro studio, su 1292 pozzi per l’estrazionedi acqua potabile nei territori rurali della provincia dell’Ontario, il 40% dei pozzi sono stati trovati positivi a contaminanti oltre i livelli massimi di concentrazione.

“I proprietari di sistemi privati di fornituradi acqua devono diventare responsabili della qualità dell’acqua che vendono, ma necessitano anche di essere informati dalle autorità”, conclude  Charrois. “I governi locale, provinciale e federale devono sviluppare l’educazione, la consapevolezza e programmi innovativi che incoraggino le persone a fare i passi necessari per assicurare che le loro forniture di acqua sono sicure.”

Se il destino degli acquedotti italiani è quello della privatizzazione, come emerge dalle recenti iniziative parlamentari, ci auguriamo che le autorità predispongano anche in Italia un sistema di controlli che impedisca un peggioramento del servizio.

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