E’ sempre più probabile, anzi forse è già nei fatti, l’abbandono della missione ExoMars da parte degli americani. La Nasa infatti è alle prese con enormi tagli di bilancio e l’amministrazione Obama l’anno scorso ha imposto una serie di scelte razionali. Tra i sacrifici – ma l’annuncio non è ancora ufficiale – c’è forse il supporto al satellite europeo che avrebbe dovuto studiare l’atmosfera marziana.
L’ESA (Agenzia spaziale europea), da parte sua, si è già mossa per tempo e ha coinvolto i russi di Roscosmos al progetto. I due partner stanno procedendo coi loro piani per la realizzazione del programma di esplorazione internazionale ExoMars senza l’aiuto della Nasa.
L’agenzia spaziale degli Stati Uniti potrebbe essere doversi tirare fuori dal progetto se l’amministrazione Obama lunedì chiederà un taglio di bilancio al Congresso. Il taglio dei fondi comprende anche i finanziamenti dell’Agenzia Nasa per vari programmi su Marte.
ExoMars ha avuto una storia lunga e tortuosa e il suo lancio è stato rimandato più volte. Originariamente un progetto solo dell’ESA, è stato fuso con il programma della Nasa nel 2009 ed è diventato una sorta di tandem: si sarebbe dovuto lanciare Trace Gas Orbiter, un satellite per rilevare la presenza di gas nell’atmosfera marziana, insieme a un piccolo rover meteorologico. Tutto questo entro il 2016. Inoltre, un rover più grande, ExoMars sarebbe stato lanciato nel 2018, eventualmente accompagnato da un più piccolo degli Stati Uniti.
L’anno scorso, i funzionari della Nasa hanno annunciato che non potevano soddisfare tutti i loro impegni su ExoMars a seguito del taglio da parte del governo dei costi e del superamento del budget del Telescopio Spaziale James Webb. In risposta, l’ESA si è riavvicinata ai russi di Roscosmos in autunno per vedere se erano disposti a salire a bordo della missione. In particolare, l’ESA vorrebbe sostituire i razzi americani Atlas V, che erano inizialmente i veicoli di lancio previsti, con i razzi Proton russi.
I funzionari della Roscosmos erano inizialmente scettici, ma alla fine i russi parteciperanno alla missione con la loro tecnologia. A metà novembre in una riunione dell’Accademia Russa delle Scienze dello Spazio, il consiglio ha approvato la partecipazione e ha anche suggerito di sostituire il lander statico nella missione del 2016 con un gruppo di lander più piccoli sviluppati per un altro progetto, il Mars96.
Intanto negli Stati Uniti cresce la preoccupazione per i possibili tagli di bilancio. Il Washington Post, in un editoriale firmato da Gary Oleson, mette in guardia da tagli troppo radicali e cita gli “scontenti” della mancata svolta privata alla conquista dello spazio, ossia il programma di sostituire i vettori sviluppati internamente dalla Nasa con razzi sviluppati da privati e finanziati dal governo. Infatti il congresso ha riservato per i progetti privati solo 400 milioni di dollari, molto poco rispetto ai 18 miliardi di dollari di bilancio della Nasa.
La prossima settimana, ad ogni modo, sapremo quali saranno i futuri piani di Obama per lo spazio e per Marte, uno degli obiettivi futuri prima che la crisi economica non facesse tornare i politici americani (e i contribuenti) sulla terra.