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Fossile di grande scimmia getta nuova luce sull’evoluzione dell’uomo

Si stima che la scimmia sia vissuta circa 11,9 milioni di anni fa

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 02.05.2013

I ricercatori che hanno portato alla luce l’esemplare fossile di uno scheletro di scimmia in Spagna nel 2002, affermano che si tratta di un nuovo genere e una nuova specie di primate, chiamato Pierolapithecus catalaunicus. Si stima che la scimmia sia vissuta circa 11,9 milioni di anni fa, e questo potrebbe farla diventare l’anello di congiunzione tra le moderne grandi scimmie: scimpanzè, orangutan, bonobo, gorilla e gli esseri umani. Ora, un esperto di anatomia dell’Università del Missouri afferma che la forma del bacino del campione lascia pensare che la specie fosse un’antenato di tutti i primati, ma non delle piccole scimmie, che devono quindi essersi separate prima.

Scimmia in Spagna

Ashley Hammond che lavora presso il Dipartimento di Patologia e Scienze Anatomiche dell’Università del Missouri, è stato il primo a esaminare i frammenti del bacino dei primi ominidi. Ha usato un laser scanner collegato a una piattaforma girevole per catturare immagini dettagliate della superficie del fossile, che l’ha dotata di un modello 3-D per confrontare l’anatomia del bacino del Pierolapithecus con altre specie viventi.

Hammond dice che l’ileo, il più grande osso del bacino, del Pierolapithecus catalaunicus è più ampio di quello di Proconsul nyanzae, una scimmia più primitiva che visse circa 18 milioni di anni fa. Il bacino più ampio può essere correlato ad un maggiore equilibrio laterale della scimmia e alla stabilità durante il movimento usando i suoi arti anteriori. Tuttavia, le dita del Pierolapithecus catalaunicus sono dissimili da quelle delle moderne grandi scimmie, il che indica che le grandi scimmie si sono evolute in modo diverso di quanto gli scienziati avevano originariamente ipotizzato.

“Il Pierolapithecus catalaunicus sembrava usare molti comportamenti eretti come l’arrampicata verticale, ma non i comportamenti completamente sospensori che vediamo nelle grandi scimmie di oggi”, ha detto Hammond. “Oggi, scimpanzé, orango, bonobo e gorilla utilizzano movimenti degli arti anteriori per oscillare dai rami, ma il Pierolapithecus catalaunicus non aveva lunghe e ricurve ossa delle dita, necessarie per la sospensione, e questo significa che questi comportamenti si sono evoluti più recentemente.”

Hammond ammette che occorreranno ulteriori ricerche di fossili per chiarire ulteriormente l’evoluzione delle grandi scimmie in Africa e per ricostruire il percorso che ha portato ai primati e, infine, all’uomo.

“Contrariamente alle credenze popolari, non stiamo cercando un anello mancante”, ha detto Hammond. “Abbiamo diversi pezzi del puzzle evolutivo e grandi spazi da colmare nel tempo e tra le specie fossili già scoperte. Dobbiamo continuare a lavorae sul campo per identificare altri fossili e determinare come le specie si sono evolute e sono collegate tra loro, oltre che scoprire come vivevano. In definitiva, tutto è collegato.”

Lo studio sarà pubblicato in un prossimo numero del Journal of Human Evolution.

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  • rinus scrive:

    Questo anello di congiunzione tra la scimmia e l’uomo sarà trovato sul primo essere con anello al nase.Solo che sarà sempre uomo.Mi sembra che gli scienziati cercano di trovare il punto di giunzione di binari che corrono all’infinito.Mai.