Un team di ricerca franco-kenyota ha descritto un nuovo antenato fossile dell’attuale ippopotamo. Questa scoperta colma una lacuna nella documentazione fossile che separa questi animali dai loro più stretti cugini moderni, i cetacei, mostrando anche che verso i 35 milioni di anni fa, gli antenati degli ippopotami sono stati tra i primi grandi mammiferi a colonizzare il continente africano, molto tempo prima di ogni altra specie, dai grandi carnivori alle giraffe, ai bovini.
I risultati dello studio, condotto in collaborazione tra l’Institut des sciences de l’évolution di Montpellier (CNRS / Université de Montpellier / IRD / EPHE) e l’Institut de paléoprimatologie et paléontologie humaine: évolution et Paleo-Environments (CNRS / Université de Poitiers), sono stati pubblicati sulla rivista Nature Communications.
Per la verità, la parentela tra ippopotami e cetacei era già stata accertata nel 2005 dal biologo marino Jean-Renaud Boisserie, dell’Università di Berkeley, in California, che in uno studio pubblicato sulla rivista dell’Accademia americana delle Scienze PNAS, riportava gli esiti dell’analisi molecolare – in particolare sulla base delle somiglianze di geni e proteine – condotta dal proprio team tra i due grandi gruppi di mammiferi.
L’ascendenza degli ippopotami è stata a lungo un enigma. Per molto tempo i paleontologi si sono divisi tra chi riteneva che l’antenato di questi animali fosse una non meglio nota specie semi-acquatica, data la loro insolita morfologia (canini e incisivi con crescita continua, cranio primitivo e usura della dentatura ‘a trifoglio’), e chi invece propendeva per un legame con la famiglia dei suidi.
A destra: metà mandibola di Epirigenys lokonensis, con premolari e molari. A sinistra: mandibola di un fossile di ippopotamide (Credit: LPRP / J. R. Boisserie)
Ma negli anni ’90 e 2000 i confronti del DNA, in disaccordo con la maggior parte delle interpretazioni paleontologiche, hanno dimostrato che i parenti più vicini dell’ippopotamo erano i cetacei (balene e delfini).
La mancanza di fossili, peraltro, ostacolava non poco la visione dei paleontologi sulla evoluzione degli ippopotami.
Il nuovo studio paleontologico di un team di ricercatori francesi e kenioti ha ora finalmente chiarito che gli ippopotami non sono imparentati con i suidi, ma discendono da un gruppo estinto.
I nuovi fossili rinvenuti hanno infatti consentito di ricostruire il primo scenario evolutivo compatibile sia con i dati genetici che con quelli paleontologici.
Analizzando una mezza mandibola e diversi denti scoperti a Lokone, nel bacino del lago Turkana, in Kenia, il team franco-keniota è stata in grado di descrivere una nuova specie fossile appartenente ad un nuovo genere, risalente a 28 milioni di anni fa.
La nuova specie è stata chiamata Epirigenys lokonensis, dalla parola ‘Epiri’, che significa ippopotamo in lingua Turkana, e il sito della scoperta, Lokone.
Confrontando le caratteristiche dei denti fossili con quelle dei suidi, ippopotami e antracoteri fossili (una famiglia estinta di Artiodattili ungulati), gli scienziati hanno ricostruito i rapporti tra questi gruppi.
I risultati mostrano che Epirigenys è una transizione evolutiva tra i più antichi reperti fossili di ippopotamo (circa 20 milioni di anni) e un lignaggio di antracoteri, il più antico dei quali risale a 40 milioni di anni fa, mentre i primi fossili di cetacei sono stati datati sui 53 milioni di anni fa.
Questa posizione nell’albero evolutivo è compatibile con i dati genetici, confermando che i cetacei sono i cugini più prossimi degli ippopotami e sicuramente consentirà un giorno agli scienziati di individuare l’antenato comune di cetacei e ippopotami.
Secondo lo scenario prospettato, il divario di tempo tra la comparsa degli ippopotami attuali e i cetacei più antichi viene così colmato per quasi il 75 per cento.
Questa conclusione, inoltre, pone tutta la storia della fauna africana in una nuova luce.
Dai 110 ai 18 milioni di anni fa, l’Africa fu un continente isolato. La maggior parte della fauna africana caratteristica (leoni, leopardi, rinoceronti, bufali, giraffe, zebre), giunsero sul continente in tempi relativamente recenti, meno di 20 milioni di anni.
Finora, si riteneva che questo valesse anche per gli ippopotami, ma la scoperta di Epirigenys dimostra che i loro antenati antracoteri erano migrati dall’Asia all’Africa circa 35 milioni di anni fa.
Sulla base di questa ricostruzione, balene e ippopotami sono quindi da considerarsi cugini a tutti gli effetti, entrambi attribuiti all’Ordine degli Artiodattili, l’ampio gruppo di mammiferi caratterizzati da un numero pari di dita.