Gaianews

La plastica ci difenderà dalle radiazioni nelle missioni spaziali del futuro

"Questo è il primo studio con osservazioni dallo spazio che conferma ciò che si crede da un po', ovvero che le materie plastiche e altri materiali leggeri sono più efficaci per la schermatura contro le radiazioni cosmiche rispetto all’alluminio", dott. Cary Zeitlin

Scritto da Elisa Corbi il 12.06.2013

Gli scienziati spaziali dell’Università del New Hampshire (UNH) e il Southwest Research Institute (SwRI) riportano che i dati raccolti dalla NASA Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) mostrano che materiali più leggeri come, ad esempio, la plastica, assicurano una schermatura efficace contro i rischi di radiazioni ai quali sono sottoposti gli astronauti durante i viaggi nello spazio. La scoperta potrebbe quindi contribuire a ridurre i rischi per la salute per gli esseri umani nelle future missioni.
Base lunare

L’alluminio è sempre stato il materiale principale nella costruzione di veicoli spaziali, ma fornisce relativamente poca protezione contro i raggi cosmici ad alta energia.
Gli scienziati hanno pubblicato i loro risultati online sulla rivista Space Weather. Il lavoro si basa su osservazioni fatte dal Cosmic Ray Telescope for the Effects of Radiation (CRaTER) a bordo della navicella LRO.

L’autore del documento è Cary Zeitlin – SwRI Earth, Oceans, and Space Department dell’UNH.
Dice Zeitlin, “Questo è il primo studio con osservazioni dallo spazio che conferma ciò che si crede da un po’, ovvero che le materie plastiche e altri materiali leggeri sono più efficaci per la schermatura contro le radiazioni cosmiche rispetto all’alluminio. La schermatura però non può del tutto risolvere il problema dell’esposizione alle radiazioni nello spazio, ma ci sono chiare differenze per quanto riguarda l’efficacia di materiali diversi”.

Il confronto di plastica e alluminio è stato fatto in precedenza a terra attraverso dei test utilizzando fasci di particelle pesanti per simulare i raggi cosmici. “L’efficienza di schermatura della plastica nello spazio è molto in linea con quello che abbiamo scoperto dagli esperimenti, in questo modo abbiamo guadagnato molta fiducia nelle conclusioni che abbiamo tratto dal lavoro”, conclude Zeitlin.

I risultati spaziali erano un prodotto della capacità di CRaTER di valutare con precisione la dose di radiazione di raggi cosmici dopo il passaggio attraverso un materiale noto come “plastica tessuto-equivalente”, che simula il tessuto muscolare umano. Prima i CraTER e le recenti misurazioni con il rilevatore di radiazioni Assessment (RAD) del Mars rover Curiosity, gli effetti di spessore di schermatura sui raggi cosmici erano stati solo simulati su modelli di computer e negli acceleratori di particelle, con pochi dati provenienti dallo spazio.
Le osservazioni hanno validato i modelli e le misure a terra, il che significa che i materiali schermanti leggeri potrebbero tranquillamente essere usati per lunghe missioni, purché le loro proprietà strutturali possano essere fatte in maniera adeguata per sopportare i rigori del volo spaziale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA