Usare la geoingegneria solare per immettere aerosol nell’atmosfera allo scopo di riflettere la luce del sole in modo da ridurre il riscaldamento globale non si è rivelata una soluzione abbastanza soddisfacente per contrastare efficacemente il cambiamento climatico, ma costituisce comunque uno dei numerosi mezzi da sfruttare per affrontare i rischi climatici e soprattutto per ridurre i cambiamenti fisici del clima.
Da sottolineare, tuttavia, che si conoscono però molto poco i cambiamenti relativi all’influenza sull’ecosistema e, in particolare, sull’agricoltura.
Ora, una ricerca della Harvard John A. Paulson School of Engineering and Applied Sciences (SEAS) rileva che la geoingegneria solare può essere sorprendentemente efficace nel contrastare alcuni dei maggiori impatti del riscaldamento globale sui raccolti.
Lo studio, che è stato pubblicato su Nature Food, è frutto di una collaborazione congiunta del Centro di ricerca norvegese, il Centro per la ricerca sul clima ‘Byerknes’, l’Università norvegese di scienza e tecnologia, il Centro nazionale per la ricerca atmosferica di Boulder, Colorado, l’Università nazionale di Seoul e l’Accademia cinese delle scienze.
Il team di studiosi ha esaminato tre metodi diversi di applicazioni climatiche della geoingegneria solare: l’iniezione di aerosol stratosferico, l’aumento di riflettività della superficie marina e l’assottigliamento dei cirri (le nuvole sottili di alta quota) e quindi ha verificato l’effetto di ciascuno di questi metodi sulla resa globale di mais, canna da zucchero, grano, riso, soia e cotone, guardando ad un futuro in cui le emissioni siano mantenute pari ai livelli attuali.
In una prospettiva del genere, il modo più efficace per proteggere le colture dai peggiori effetti del cambiamento climatico globale è sicuramente ricorrere alla riduzione delle temperature di superficie.
E’ stato scoperto che tutti e tre i potenziali metodi di geoingegneria solare presi in esame hanno per risultato un certo effetto raffreddante che andrebbe certamente a beneficio dei raccolti.
Studi precedenti, però, avevano suggerito che le temperature di raffreddamento provocate dall’immissione di aerosol nella stratosfera potrebbero portare come conseguenza ad avere minori precipitazioni; un esito che comporterebbe sicuramente una perdita di resa per quanto riguarda le colture alimentate dalla pioggia.
Comunque si deve tener conto che tutti e tre questi studi non hanno preso in considerazione uno dei fattori ecologici più importanti nei processi di traspirazione per la produttività delle colture: l’umidità.
“L’umidità relativa o il deficit di pressione del vapore ha un effetto più incisivo sulla produttività delle colture, rispetto alle precipitazioni”, afferma Yunchao Fan, membro dell’Harvard Solar Geoengineering Research Program, nonchè autore leader dello studio. “Abbiamo scoperto che in un mondo più freddo, anche in scenari differenti – ad eccezione del diradamento dei cirri – sarà presente un’umidità relativa più elevata che tenderà ad alleviare lo stress idrico per le colture alimentate dalla pioggia. Il nostro modello mostra quindi che il cambiamento nelle precipitazioni risultante da tutti e tre i metodi di geoingegneria solare ha un limitato effetto sui raccolti”.
I ricercatori hanno confrontato il modo in cui la produttività agricola viene influenzata dalla geoingegneria solare e dalla riduzione delle emissioni di gas serra ed hanno scoperto che, mentre la riduzione delle emissioni di gas serra ha forti benefici sul raffreddamento dell’aria e sull’umidità, con l’uso della geoingegneria solare si ha un minor beneficio per i raccolti perchè la riduzione della fertilizzazione con anidride carbonica diminuisce anche la produttività della maggior parte delle colture.
La scoperta evidenzia la necessità di integrare la riduzione delle emissioni con altri metodi, compreso l’aumento dell’uso della fertilizzazione azotata e di modifiche all’uso del suolo.
“I rischi climatici non possono essere risolti con approcci isolati, anche se le emissioni venissero eliminate immediatamente. I raccolti più vulnerabili continueranno a soffrire dei cambiamenti climatici”, avverte Keith. “I responsabili politici debbono considerare come i tagli alle emissioni dovrebbero essere integrati con adattamenti specifici locali per aiutare gli agricoltori a ridurre l’impatto del clima sui raccolti e con azioni globali quali la rimozione del carbonio e la geoingegnera solare”.