Area Marina Protetta di Ustica
Le Aree Marine Protette sono territori che comprendono ampie aree di mare e sono finalizzate alla protezione degli ecosistemi marini. In Italia la prima fu istituita nel 1986. Oggi le AMP in Italia sono 27. Molte di esse, a causa dei tagli ai finanziamenti dovuti alla crisi economica internazionale, rischiano oggi la chiusura.
Uno studio effettuato con un numero notevoli di immerisioni, prelivei, analisi e dati conseguenti nelle aree marine protette del Mediterraneo dimostra invece che laddove sono state istituite aree protette è possibile effettuare una pesca sostenibile e gli ecosistemi vengono rispettati, divenendo occasione per creare introiti legati al turismo.
Dove invece c’è una tutela minore o non c’è alcuna tutela gli scienziati hanno dovuto constatare che ciò che resta è un triste deserto di biodiversità: le zone lasciate alla pesca indiscriminata diventano presto zone morte.
La ricerca di un team internazionale di scienziati ha voluto misurare l’impatto delle AMP sugli ecosistemi marini. Hanno potuto scoprire che la biomassa ittica nella AMP è da 5 a 10 volte superiore rispetto alle zone in cui la pesca è sovrasfruttata. Nelle zone in cui ci son vincoli limitati, cioè non si tratta di AMP, il risultato sugli ecosistemi è uguale a quello delle zone in cui non ci sono vincoli di nessun genere. Questo dimostra che c’è urgente bisogno di creare e rafforzare le AMP. LA ricerca è stato pubblicata su PLoS ONE
“Abbiamo trovato un enorme contrasto. Nelle riserve italiane e spagnole abbiamo trovato la biomassa ittica più grande del Mediterraneo,” ha detto Enric Sala, autore principale dell’articolo. “Purtroppo invece, intorno alla Turchia e alla Grecia, le acque erano morte.”
Gli autori hanno fatto centinaia di immersioni e prelievi per un periodo di 3 anni nei mari di Turchia, Grecia, Marocco Italia e Spagna e hanno raccolto la mole di dati più numerosa mai riunita prima proveniente da 14 aree protette e e 18 aree non protette.
I risutalti sulla massa ittica, sulla qualità degli ecosistemi e della flora marina sono stati così convincenti nelle AMP che i ricercatori hanno affermato che “se le AMP funzionano così bene nel Mediterraneo potranno funzionare bene ovunque”.
Il Mediterraneo è la patria di 130 milioni di persone che vivono seulle coste e consumano le risorse marine. Una serie di pressioni quindi tiene gli organismi che vivono nel mare in perenne stato di stress. C’è un sovrasfruttamento, contaminazioni, una crescita delle temperature dovute al cambiamento climatico e più di 600 specie invasive. Nel sud est della Turchia , per esempio, un pesce invasivo del Mar Rosso ha devastato la Baia di Gokova.
Un certo numero di AMP permette di recuperare ecosistemi e fa sì che riappaiono certi predatori. “La protezione degli ecosistemi marini è una necessità, così come un affare in cui tutti vincono” ha detto Sala. ” Le riserve funzionano come delle banche di capitale. Nella Riserva marina delle Isole Medes in Spagna, per esempio, un chilometro quadrato di riserva produce lavoro e turismo per 10 milioni di euro, 20 volte ciò che si guadagna dalla pesca”.
” Senza le riserve marine, la pesca non ha futuro” ha detto il pescatore Miquel Sacanell che pesca nell acque vicino la riserva di Medes.