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Amazzonia, due gravissime siccità negli ultimi cinque anni preoccupano gli esperti

Scritto da Federica di Leonardo il 04.02.2011
Siccità in Amazzonia nel 2009. Foto di: Bruno Kelly/A Crítica/Agência Estado

Siccità in Amazzonia. Foto di: Bruno Kelly/A Crítica/Agência Estado

Una nuova ricerca dimostra come la siccità che ha colpito la forestta Amazzonica nel 2010 potrebbe essere stata ancora più devastante per le foreste pluviali rispetto all’inusuale siccità del 2005, che era stata  annunciata come un evento mai accaduto negli ultimi 100 anni.

Le analisi delle precipitazioni su tutti i  5,3 milioni chilometri quadrati di Amazzonia durante la stagione secca del 2010,  che saranno pubblicate sull’ultimo numero di Science, dimostrano che la siccità è stata più diffusa e più grave che nel 2005. Il team anglo-brasiliano ha anche calcolato che l’impatto del carbonio sulla siccità del 2010 potrebbe alla fine superare i 5 miliardi di tonnellate di CO2 rilasciate dopo l’edizione del 2005, che, come tutte le gravi siccità potrebbe aver ucciso gli alberi della foresta pluviale. per farsi un’idea, gli Stati Uniti nel 2009 hanno emesso 5,4 miliardi di tonnellate di CO2 derivanti dall’uso di combustibili fossili .

Gli autori suggeriscono che se le siccità estreme come queste diventassero più frequenti, i giorni della foresta amazzonica come magazzino per le emissioni di anidride carbonica antropica sarebbero contati.

L’autore principale, il dottor Simon Lewis, dell’Università di Leeds, ha dichiarato: “Avere due eventi di questa portata in stretta successione, cosa estremamente rara,  è purtroppo in linea con i modelli climatici che proiettano un triste futuro per l’Amazzonia”.

La foresta amazzonica copre una superficie di circa 20 volte più grande dell’Italia.

Gli scienziati dell’ Università di Leeds  hanno in precedenza dimostrato che in un anno normale le foreste intatte assorbono circa 1,5 miliardi di tonnellate di CO2 . Questo controbilancia le emissioni da deforestazione, disboscamento e incendi in tutta l’Amazzonia e ha contribuito a rallentare i cambiamenti climatici negli ultimi decenni.

Nel 2005, la regione è stata colpita da una siccità che ha ucciso alberi rari all’interno della foresta pluviale. Sul terreno di monitoraggio è emerso che queste foreste hanno smesso di assorbire CO2 dall’atmosfera e  che gli alberi morti marcendo hanno rilasciato CO2  in atmosfera.

La siccità inusuale, che ha colpito l’ Amazzonia sud-occidentale nel 2005, è stata descritta dagli scienziati  come un evento unico nell’ultimo secolo, ma solo cinque anni dopo la regione è stata colpita da una siccità estrema simile che ha fatto registrare il livello più basso mai registrato per  il Rio Negro, affluente del Rio delle Amazzoni.

La nuova ricerca, condotta dal dottor Lewis e dallo scienziato brasiliano Paulo Brando, utilizza la nota relazione tra l’intensità della siccità nel 2005 e le morti degli alberi per stimare l’impatto della siccità nel 2010.

Essi prevedono che la foresta amazzonica non assorbirà come di consueto 1,5 miliardi di tonnellate di CO2 dall’atmosfera nel 2010 e nel 2011 e che altri 5 miliardi di tonnellate di CO2 saranno rilasciati nell’atmosfera nei prossimi anni, una volta che gli alberi cominceranno a marcire.

Il dott. Brando, del Brasil Amazon Environmental Research Institute (IPAM), ha dichiarato: “Noi non sapremo esattamente quanti alberi sono morti fino a quando non completeremo le misure forestali a terra.”

“Potrebbe essere che molti degli alberi sensibili alla siccità siano stati uccisi nel 2005, il che ridurrebbe il numero alberi persi l’anno scorso. D’altra parte, la prima siccità potrebbe avere indebolito un gran numero di alberi in modo da aumentare il numero alberi morti nel 2010”.

“I nostri risultati dovrebbero essere considerati come una stima iniziale. Le stime delle emissioni non comprendono quelle di incendi boschivi, che si sviluppano su ampie zone dell’Amazzonia durante gli anni caldi e asciutti. Questi incendi rilasciano una grande quantità di carbonio nell’atmosfera”.

Alcuni modelli climatici globali indicano che le siccità come queste in Amazzonia  diventeranno più frequenti in futuro a causa delle emissioni di gas a effetto serra.

Il dottor Lewis ha aggiunto:. “Due siccità inusuali ed estreme che si verificano nell’arco di un decennio possono ampiamente compensare il carbonio assorbito dalle foreste amazzoniche intatte durante quell’arco del tempo e se gli eventi come questo accadessero più spesso, la foresta amazzonica potrebbe raggiungere un punto in cui passerebbe da essere un prezioso deposito di carbonio che rallenta il cambiamento climatico ad una delle principali fonti di gas serra che potrebbero accelerarlo”.

“Resta una notevole incertezza a circondare gli impatti dei cambiamenti climatici sul Rio delle Amazzoni. Questa nuova ricerca aggiunge un insieme di indizi che suggeriscono che gravi siccità diventeranno più frequenti con conseguenze importanti per le foreste amazzoniche. Se le emissioni di gas serra contribuiscono alla siccità dell’Amazzonia  a loro volta le foreste, a causa del rilascio del carbonio, alimenterebbero questo circolo vizioso estremamente preoccupante. Detta più crudamente, le attuali emissioni di CO2 rischiano di diventare un gioco alla roulette russa con la più grande foresta pluviale del mondo.”

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