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Cambiamento climatico, pagherà chi non l’ha causato

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 04.03.2011
Mappa delle popolazioni vulnerabili al cambiamento climatico

Mappa della vulnerabilità locale delle popolazioni umane ai cambiamenti climatici sulla base di modelli ecologici e demografici. Le regioni in rosso dovrebbero essere le più influenzate negativamente dai cambiamenti climatici. Le regioni bianche corrispondono a zone disabitate. Crediti: Jason Samson

La prima mappa globale che prevede l’impatto del cambiamento climatico sulle popolazioni umane suggerisce che esso colpirà maggiormente le popolazioni che hanno meno responsabilità delle cause del problema.

I ricercatori già stanno studiando come le diverse specie di piante e animali risentiranno del cambiamento climatico e come dovranno migrare o adattarsi ad esso. Ora, Jason Samson, ricercatore presso il dipartimento di scienze naturali presso la McGill University, ha utilizzato in modo innovativo gli stessi strumenti per misurare l’impatto dei cambiamenti climatici sulle popolazioni umane. Samson e colleghi hanno combinato i dati del cambiamento climatico con i censimenti umani, con una copertura vicina all’intera popolazione mondiale (97%) al fine di prevedere eventuali impatti del cambiamento del clima sulle popolazioni locali per il 2050.

Il team di Samson ha scoperto che se le popolazioni continuano ad aumentare ai tassi attesi, le persone che saranno probabilmente le più vulnerabili al cambiamento climatico saranno quelle che vivono a basse latitudini, nelle regioni calde del mondo, in posti come il Centro e il Sud America, la penisola arabica e gran parte dell’Africa. In queste aree, un aumento relativamente piccolo della temperatura avrà gravi conseguenze sulla capacità della regione di sostenere una popolazione in crescita. “Ha senso che le regioni a basse latitudini tropicali saranno in futuro più vulnerabili perché la gente già ora sperimenta condizioni estremamente calde che rendono l’agricoltura impegnativa. Un aumento della temperatura nei prossimi decenni servirà solo a rendere la vita più difficile in una varietà di modi”, dice Samson.

Ciò contrasta con le previsioni di Samson circa l’impatto dei cambiamenti climatici sulle popolazioni umane nelle alte latitudini delle zone più temperate del mondo, dove si prevede che la variazione di temperatura sarà maggiore. Poiché la diffusione delle popolazioni umane e delle loro attività sono ora vincolate dalle condizioni di freddo in queste regioni, i ricercatori si aspettano che i cambiamenti climatici avranno un impatto minore sulle persone che vivono in queste aree.

Lo studio evidenzia chiaramente anche le disuguaglianze tra le cause e le conseguenze del cambiamento climatico: i Paesi che hanno contribuito meno al cambiamento climatico in termini di emissioni di CO2 e di gas serra, saranno molto probabilmente i più vulnerabili ai suoi effetti. “Prendete la  Somalia, ad esempio,” suggerisce Samson. “Poiché il quel Paese fa già molto caldo, è molto difficile già ora coltivare, e sarà sempre più difficile se la temperatura sale. E’ anche chiaro che la Somalia non contribuisce molto a immettere gas a effetto serra nell’atmosfera. Ora, grazie a questa mappa, abbiamo le prove concrete e quantitative delle disparità tra le cause e le conseguenze dei cambiamenti climatici, nazione per nazione”.

Samson anticipa che questi dati potrebbero essere utili per i decisori in tutto il mondo, quando si tratterà di stabilire le politiche da attuare nel corso nei negoziati internazionali per il cambiamento climatico.

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