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Il sequestro e lo stoccaggio dell’anidride carbonica: nei serbatoi sotterranei la pressione si disperde

Scritto da Federica di Leonardo il 23.03.2011

L'anidride carbonica proviene soprattutto dalla combustione dei combustibili fossiliUn metodo per diminuire la quantità di anidride carbonica nell’atmosfera e per ridurre quindi l’impatto sulla temperatura e sul clima potrebbe essere quello del “sequestro e stoccaggio” di anidride carbonica nel sottosuolo, ma secondo recenti studi l’operazione sembrava impossibile. Oggi un articolo pubblicato sulla rivista Greenhouse Gases: Science & Technology riapre il dibattito.

L’effetto serra è un effetto naturale che permette alla Terra di trattenere nella propria atmosfera parte del calore proveniente dal Sole.  L’aumento di emissioni di anidride carbonica, secondo ormai la maggior parte della comunità scientifica, stanno determinando un aumento della temperatura nell’atmosfera terrestre.

Nella ricerca seguente si dimostra come, la pressione generata dall’accumulo di CO2 potrebbe essere gestita in alcuni siti aperti o semiaperti negli Stati Uniti.

Il dibattito che circonda il sequestro e lo stoccaggio sarà destinato ad aumentare dopo che gli scienziati della divisione di Scienze della Terra presso il Lawrence Berkeley National Laboratory hanno esaminato la capacità di stoccaggio di anidride carbonica sottoterra. Lo studio è stato pubblicato oggi sulla rivista Greenhouse Gases: Science & Technology.

Lo studio discute  alcune delle conclusioni tratte in un precedente studio di Ehlig-Economides e Economides, ribaltando le conclusioni precedenti che l’anidride carbonica non possa essere conservata nel sottosuolo. I precedenti risultati, secondo i ricercatori del Berkeley Lab, erano limitati in quanto hanno considerato solo un sistema chiuso per l’immissione di gas nel sottosuolo, con meccanismi limitati per alleviare la pressione.

Il sequestro e lo stoccaggio del carbonio (CCS) sono controversi agli occhi del grande pubblico. L’accumulo di pressione nel sottosuolo indotto dall’iniezione di anidride carbonica in progetti su scala industriale è un vincolo fondamentale per la quantità di anidride carbonica che può essere immagazzinata in modo sicuro nel sottosuolo.

Nel loro studio, i ricercatori di Berkeley Lab hanno considerato uno scenario di stoccaggio su larga scala dell’anidride carbonica, sufficiente a dare un contributo rilevante alla mitigazione dei cambiamenti climatici. I modelli che illustrano la portata e l’entità di accumulo di pressione riguardano due siti attualmente in fase di studio per l’eventuale stoccaggio di CO2 negli Stati Uniti.

Secondo il ricercatore Quanlin Zhou, anche se la pressione è molto alta e può avere un effetto limitante sulla capacità di stoccaggio, non è significativa come sostenuto in precedenza da Ehlig-Economides e Economides. Il dottor Zhou e il suo collega ricercatore Dr. Jens Birkholzer hanno considerato tre diversi tipi di serbatoi di accumulo: chiuso, parzialmente chiuso e aperto. Essi indicano che lo stoccaggio sotterraneo di anidride carbonica in profondità si potrà realizzare soprattutto in formazioni parzialmente chiuse o aperte, in cui l’accumulo di pressione sarà alleviata naturalmente dal movimento di acque saline.

Gli autori concludono che il metodo di sequestro e stoccaggio può ancora essere considerato come un mezzo pratico per ridurre le emissioni di biossido di carbonio in quanto vi è più capacità di immagazzinare anidride carbonica sotterranea di quanto suggerito nello studio di Ehlig-Economides e Economides.

Lo studio conclude inoltre che le strategie di gestione della pressione possono essere facilmente effettuate per alleviare un sistema pressurizzato.

“Questa indagine promuove la nostra comprensione della portata e dell’entità di aumento della pressione indotta da grandi stoccaggio del carbonio nel sottosuolo”, ha detto il dottor Zhou. “L’utilizzo di formazioni naturali aperte e parzialmente aperte contribuirebbero a ridurre tale pressione ad un livello gestibile”.

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  • Pier Luigi Caffese scrive:

    Il CCS geo, cioe’ nascondere la CO2 in profondità, è una operazione costosa ed inutile.Lo dice persino Rubbia.
    Costosa perchè ogni impianto costa 1 miliardo
    Inutile perchè al Senato Usa che ha dibattuto a lungo la cattura della CO2 sono arrivati a concludere che è preferibile il reuse della CO2 per produrre carburanti rinnovabili.
    Ed allora perchè si insiste in Italia?:per rifare gli incentivi del vecchio CIP6 che andrebbero ai soliti petrolieri-centrali carbone.Ho chiesto ufficialmente che la CO2 nascosta di Porto Tolle o Brindisi sia data al Consorzio CO2 per reuse perchè non è proprietà esclusiva dell’Enel in quanto prende contributi pubblici o italiani o europei e qui deve decidere l’Authority o il MSE.Per me e Rubbia è un progetto inutile ma il consorzio ha il diritto al reuse della CO2 perchè dare contributi a chi prima inquina,poi nasconde la CO2 senza diritti di riutilizzo o riciclo è illegale.