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Balene della Groenlandia, DNA rivela che sono “ottime viaggiatrici”

Pubblicato il primo studio basato sull'analisi genetica della balena della Groenlandia utilizzando centinaia di campioni antichi fino a 3000 anni

Scritto da Federica di Leonardo il 20.10.2012

Un’analisi genetica delle balene moderne e di campioni di materiale genetico degli ultimi 3.000 anni ha rivelato la  scomparsa di linee materne nel corso degli ultimi 500 anni, causato presumibilmente dalla caccia alle balene  nella regione o ad una perdita di habitat durante la Piccola Era Glaciale. Inoltre, le balene sembrerebbero essere delle ottime viaggiatrici, in grado di superare le insenature e gli stretti che separano la popolazione del Pacifico da quella  dell’Atlantico.

Gli scienziati della Wildlife Conservation Society, il Museo Americano di Storia Naturale, la City University di New York, e altre organizzazioni hanno pubblicato il primo studio basato sull’analisi genetica della balena della Groenlandia utilizzando centinaia di campioni provenienti sia dalle  popolazioni attuali, sia dai siti archeologici utilizzati dai  cacciatori  indigeni migliaia di anni fa.

Un individuo di balena della Groenlandia fotografato a Point Barrow, Alaska.
Crediti: Brenda K. Rone, NOAA/AFSC/NMML, Permit No. 782-1719 & 14245.

Oltre a utilizzare i campioni di DNA raccolti dalle balene nel corso degli ultimi 20 anni, il team ha raccolto campioni genetici da antichi esemplari, estratti da vecchie navi, e da oggetti fatti con i fanoni conservati negli insediamenti pre-europei nella regione artica canadese. Lo studio cerca di far luce sugli impatti delle variazioni del ghiaccio marino e della caccia commerciale su queste balene, minacciate di estinzione e oggi in recupero. Lo studio è stato pubblicato su Ecology and Evolution.

“Il nostro studio rappresenta la prima analisi genetica di balene della Groenlandia in tutto il loro range,” ha detto Elizabeth Alter, autore principale dello studio e ora professore alla City University di New York. “Lo studio evidenzia anche il valore del DNA antico per rispondere a domande circa l’impatto del cambiamento climatico e dello sfruttamento umano, sulla diversità genetica delle balene.”

In particolare, gli autori dello studio hanno esaminato il DNA mitocondriale delle balene di tutte le quattro o cinque popolazioni di balene (una di queste potrebbe essere considerata come composta da due diverse popolazioni e questo crea la possibilità che le popolazioni siano 4 o 5).

Il team ha anche utilizzato il DNA raccolto da reperti ritrovati presso gli insediamenti ormai abbandonati del popolo Thule (i più probabili progenitori degli Inuit) a Somerset Island sul lato occidentale di Prince Regent Inlet. Il sito è stato abitato tra 500 e 800 anni fa. Per l’analisi sono stati utilizzati anche i dati esistenti e i campioni di DNA di Spitsbergen (risalente a circa 3.000 anni fa ).

I ricercatori hanno isolato e amplificato segmenti di DNA mitocondriale, che si trasmette esclusivamente attraverso le linee materne di una popolazione.

L’analisi genetica ha rivelato differenze nella popolazione antica e moderna, tra cui la  scomparsa di linee materne nel corso degli ultimi 500 anni: questo potrebbe  risultare da una perdita di habitat durante la Piccola Era Glaciale o potrebbe essere stato causato dalla caccia nella regione o potrebbe derivare da entrambe le cause.

Un dato importante che emerge dallo studio sembra essere quello che le insenature e gli stretti che separano la popolazione del Pacifico e dell’Atlantico non sembrano essere affatto un ostacolo per le balene. Secondo i ricercatori le balene sembrerebbero essere delle ottime viaggiatrici anche se i dettagli dei viaggi in una direzione e nell’altra devono essere ancora specificati.

“L’ipotesi che il ghiaccio marino artico abbia separato le popolazioni di balene nelle ultime migliaia di anni è in contrasto con l’analisi genetica, il che indica che una migrazione significativa tra Atlantico e Pacifico ha avuto luogo recentemente”, ha detto il dott. Howard Rosenbaum, direttore dell’ Ocean Giants Program della WCS e autore senior dello studio. “La scoperta rivela molto circa le capacità delle balene di trovare vie navigabili attraverso il ghiaccio del mare e aiuta a chiarire le connessioni nascoste tra le popolazioni.”

Gli autori sottolineano che la comprensione degli effetti delle mutevoli condizioni del ghiaccio marino e della caccia a fini commerciali sono importanti per le decisioni della gestione futura delle balene della Groenlandia, in particolare alla luce della scomparsa del ghiaccio marino a causa del cambiamento climatico, del turismo marittimo, e delle numerose  spedizioni nell’ambiente Artico.

La balena della Groenlandia può essere lunga 20 metri e pesare anche 100 tonnellate. Vive nelle acque artiche e sub-artiche. La sua testa a forma di arco le serve per rompere il ghiaccio spesso anche 60 centimetri. La specie è stata cacciata per secoli, per il grasso e per i fanoni, utilizzati per costruire oggetti. E’ fra i mammiferi più longevi al mondo. A questo proposito si può ricordare un aneddoto: nel 2007 una balena venne uccisa dai balenieri  sulla costa dell’Alaska. I balenieri trovarono conficcato nel grasso dell’animale un arpione costruito nel 1890 che potrebbe suggerire che la balena sia sopravvissuta ad un incontro con i balenieri già a quel tempo.

La balena della Groenlandia è protetta dal 1946.  La caccia di sussistenza è attualmente concessa solo in alcune zone. Il commercio internazionale è del tutto vietato. Alcune popolazioni di balena della Groenlandia sono in pericolo critico di estinzione, altre corrono invece un basso rischio di estinzione. 

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