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Bracconaggio: con la crisi aumenta

Dalla Sicilia all’Alto Adige il bracconaggio non sembra arrestarsi. Andrea Rutigliano, del Committee Against Bird Slaughter (Comitato contro il massacro degli uccelli), dice che il bracconaggio sarebbe persino aumentato “ visti i tempi di crisi, pare che anche i cacciatori più giovani catturino gli uccelli per poi rivenderli nei ristoranti”

Scritto da Valeria Gatti il 24.10.2012

La crisi fa aumentare il bracconaggio? La risposta sembra essere affermativa. In Italia, il recente rapporto del Corpo Forestale dello Stato ha portato infatti ad accertare da gennaio 2010 a settembre 2012 2.246 reati, concentrati soprattutto in Puglia, Lombardia e Campania, dove rispettivamente sono stati 366, 350 e 278 i reati contestati. Le persone denunciate sono state 1.567. Gli arresti sono stati 12, le perquisizioni effettuate 513. Sono stati accertati, inoltre, oltre 5 mila illeciti amministrativi per un importo totale delle sanzioni notificate pari a circa 1 milione di euro. Ancora oggi esistono dunque in Italia molte aree in cui imperversano i bracconieri. Secondo i dati della Lipu, si tratta principalmente di aree quali la Sardegna, la Calabria, la Campania e la Lombardia. Nello specifico siamo dalle parti di Salerno e nelle aree protette del Parco Nazionale del Cilento, Picentini e Agro Nocerino Sarnese, nel bresciano e in altre aree protette, zone dove la caccia illegale e clandestina continua senza freno. Qui non si tratta solo di uccelli, ma anche, come riferiscono da Wwf Italia, di battute selvagge al cinghiale e ad altri animali, come gli ungulati. Oltre ad armi fuori norma, sono stati ritrovati moltissimi richiami acustici illegali. Non mancano casi di detenzione illegale di cardellini, tordi, allodole, storni, reti per uccellagione e gabbie trappola.

Lacci raccolti e distrutti dalle guardie del WWF dell’Oasi di Monte Arcosu, usati per la cattura del Cinghiale sardo e del Cervo sardo Foto: Giancarlo Dessì

Scampata anche per quest’anno la caccia in deroga agli uccelli protetti, la vicenda bracconaggio in Lombardia continua a mietere vittime. Quest’anno il passo migratorio di fringuelli, frosoni, lucherini, solo per citare alcune specie, è iniziato straordinariamente in anticipo, e, nonostante la caccia ne sia vietata in provincia di Brescia, si è potuto assistere ad un massacro di uccelli protetti. Il telefono antibracconaggio del Wwf Lombardia sta suonando incessantemente: segnalazioni di sparatorie un po’ in tutta la provincia con picchi in Franciacorta, Val Camonica e nelle colline moreniche del Garda. Ma non solo. Il nucleo Guardie Venatorie del Wwf di Pavia ha sorpreso in Oltrepò pavese, nella zona di Montecalvo, due cacciatori provenienti da Lumezzane, che, in un appostamento fisso utilizzavano un sofisticato impianto consistente in due richiami elettromagnetici, tre trombe amplificatrici, telecomando e sistema elettrico interrato. Questo è quanto comunica il Wwf, precisando che “l’intervento della Polizia provinciale di Pavia portava alla denuncia a piede libero dei due cacciatori con il conseguente sequestro dei richiami, di quattro fucili e della fauna abbattuta”. L’uso dei richiami elettromagnetici non è nuovo nemmeno per la zona. “Si tratta di fonofili, delle specie di registratori che ricordano la forma di un telecomando – spiega Riccardo Tucci, Guardia venatoria volontaria Wwf – amplificatori di suoni che hanno una doppia funzione: stimolare gli uccelli da richiamo e aumentare il flusso degli uccelli migratori sulla zona, apparecchi di cui la legge vieta l’uso e la detenzione sul luogo di caccia”. Porto d’arma abusivo, abbattimento di specie protette ( piro piro boscherecci, pettirossi, prispolone, cutrettole, codirossi, fringuelli e ancora tordi bottacci, ghiandaie, merli), utilizzo di richiami acustici a funzionamento elettromagnetico: ecco alcuni dei motivi per cui, anche qui, sono state fatte molte denunce.

In Campania, come riportato dal periodico locale “La città di Salerno”, ultimamente sono stati fatti controlli delle guardie giurate del Wwf nelle aree protette e del Parco nazionale del Cilento, una delle più colpite dal bracconaggio. A Padula le guardie si sono imbattute in quattro persone armate di fucili da caccia e con cani al seguito, che alla vista degli agenti si sono immediatamente dati alla fuga, abbandonando addirittura i cani sul posto, poi però rintracciati. A San Valentino Torio, invece, nei giorni scorsi, unitamente alla collaborazione dei carabinieri, sono stati effettuati controlli circa la detenzione illegale di cardellini e avifauna protetta di varie specie.

Anche da “Il Quotidiano della Calabria” le notizie che sopraggiungono non sono delle migliori. Una vasta operazione antibracconaggio è stata effettuata nei giorni scorsi nel Comune di Francavilla Marittima, in località Alvani, dal personale del Nucleo Ittico Venatorio del distaccamento di Mormanno. La Polizia Provinciale ha rinvenuto qui circa 9000 munizioni di diverso calibro. Tra queste erano presenti anche 40 cartucce a palla. Oltre alle munizioni sono stati sequestrati anche fucili e allodole appena abbattute. Inoltre lo stretto di Messina è un passaggio privilegiato, grazie alle sue correnti d’aria naturali, di tantissimi uccelli migratori, come falchi e cicogne di ritorno dall’Africa. Qui, ad attenderli, centinaia di bracconieri che, appostati, sparano ai volatili uccidendone a centinaia. La tradizione locale dice che chi appende un falco si salva dal tradimento coniugale.
La Lipu è presente dal 1985 con un campo di protezione che ha lo scopo di identificare e denunciare i bracconieri e monitorare i rapaci in migrazione. In Sardegna si continuano a contare i bracconieri. Nella zona di Capoterra, in località Bacchi Alinu, gli agenti della Forestale hanno sorpreso uomini che posizionavano trappole da uccellagione; in località Domus De Maria è stato fermato un altro bracconiere mentre altri tre cacciatori di frodo sono stati fermati nell’oasi di protezione faunistica dei monti “Sette Fratelli”. Cinghiali, ma anche tordi, merli, pettirossi le vittime dei bracconieri, alcune già nel congelatore. Le perquisizioni hanno portato inoltre al sequestro di novemila lacci di crine per gli uccelli, 275 lacci per ungulati come cinghiali, cervi e caprioli, nonché 170 reti da uccellagione.

Dalla Sicilia all’Alto Adige il bracconaggio non sembra arrestarsi. Andrea Rutigliano, del Committee Against Bird Slaughter (Comitato contro il massacro degli uccelli), dice che il bracconaggio sarebbe persino aumentato “ visti i tempi di crisi, pare che anche i cacciatori più giovani catturino gli uccelli per poi rivenderli nei ristoranti”. Il video che mostra l’impressionante pioggia di pallini di San Zeno, girato dai volontari del Committee, ha lasciato il segno. A Cipro, dove l’associazione ha di recente svolto una campagna anti bracconaggio, le cose sembrano andare meglio “ lì ci è venuta in aiuto la Polizia Locale, il loro supporto è stato quest’anno di grande importanza”, conclude Rutigliano.

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  • orlando della fonte scrive:

    . bracconieri sempre attivi crisi o meno direi che in questo caso guadagnerebbero di meno ma la vocazione rimane almeno finchè abbattere un uccello protetto costa solo 520€ … alla faccia della crisi reale che non devono pagare i cacciatori ma tutti gli altri-.