Valencia – Nei parany spagnoli, strutture illegali inserite tra gli alberi, muoiono ogni anno circa 2mila uccelli. Il CABS, Committee against bird slaughter, si batte contro queste trappole mortali, per la vita degli uccelli migratori ma non solo. Una crudeltà ancora esistente, che continua da anni sommersa nell’illegalità del bracconaggio e dell’uso del vischio, coperta dall’omertà di chi vi gravita attorno.
Sulla costa del nord est della Spagna, nelle due regioni autonome di Catalogna e Valencia, l’uccellagione è ancora un diffuso passatempo fra i bracconieri. Un passatempo crudele e illegale che va avanti attraverso la costruzione dei parany o barraca, come sono chiamate le trappole mortali nei due rispettivi paesi.
Cosa sono i parany? Si tratta di grandi impianti arborei che altro non sono che trappole per gli uccelli migratori che ogni autunno si spostano da nord a sud. Gli alberi, spesso dei carrubi, sistemati all’interno di un terreno rigorosamente recintato, sono potati in maniera tale da ospitare fra le fronde centinaia di bastoncini pieni di vischio. Il bracconiere li posiziona accuratamente durante l’autunno, utilizzando scale e piccole piattaforme che gli permettono di muoversi a suo agio nel complesso arboreo. La caccia, che si svolge principalmente di notte, procede anche con l’aiuto dei richiami elettronici.
Gli stormi di tordi in migrazione notturna scendono verso i parany, attirati dai canti, e rimangono incollati al vischio cadendo al suolo, dove il bracconiere li recupera la mattina seguente, spesso ancora vivi e sofferenti. Gli stessi paranyers affermano che in una buona notte un impianto può catturare fino ad alcune centinaia di tordi. E non solo. Dal momento che il vischio non è selettivo, a terra, con le piume imbrattate, cadono anche codirossi, pettirossi, capinere e persino civette. Circa il 25% delle catture sono di specie protette.
Come riporta il CABS, secondo le associazioni GECEN , AE-AGRO e EA-GER , che hanno raccolto un’immensa mole di dati sui parany valenziani, fornendo il più accurato censimento di queste strutture illegali, ogni anno muoiono ancora nei 2.500 parany in funzione circa 2 milioni di tordi, oltre alle altre specie. In un video, girato nell’ottobre 2012, i volontari del CABS puliscono dalla colla le ali degli uccelli, con alcol e sapone, cercando di salvarli. Alcuni animali ce la fanno, i più muoiono, dopo aver passato tutta la notte a dibattersi, impauriti e stremati, al suolo.
Questa testimonianza esprime con chiarezza la gravità della situazione mentre si attende, con la ovvia apprensione, il giudizio definitivo della Corte Suprema spagnola sulla legge “filovenatoria” proposta nel 2009 dalla Comunità Valenziana. Il governo regionale ha infine scoperto le carte e tentato di autorizzare nuovamente la caccia con i paranys, malgrado questi impianti di cattura siano considerati non selettivi e di massa e quindi in totale contrastato con la normativa comunitaria (“Direttiva Uccelli”);
I parany sono stati dichiarati illegali dalla corte valenziana, dalla corte suprema spagnola e dalla stessa corte di giustizia Europea con sentenza definitiva nel dicembre 2004. Ciononostante, periodicamente, si tenta una deroga per autorizzare questa caccia, puntualmente bocciata. Il punto su cui si è fatto ricorso è la presunta introduzione di una nuova colla sintetica che sarebbe “selettiva” e non farebbe danno al piumaggio degli uccelli. In Francia vi sono strutture simili, anche se nono così colossali come quelle spagnole, e lí la deroga l’hanno ottenuta. A Cipro il vischio é vietato invece.
I volontari del CABS, insieme con volontari di altre associazioni locali e non, cercano ogni anno di combattere questa pratica, al fine di preservare le delicate rotte dei migratori, che lungo le coste orientali della Spagna trovano un crocevia fondamentale. Si precisa che, relativamente all’autunno 2012, sono stati proprio i volontari delle associazioni valenziane e del CABS che hanno monitorato parecchie centinaia di parany: ebbene, come gli stessi comunicano, almeno 600 di questi erano in piena attività di caccia.