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Giappone cede alle proteste, interrotta caccia a balene in Antartide

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 16.02.2011

Il Giappone sembra aver ceduto alle pressioni degli ambientalisti e ha deciso di sospendere la caccia alle balene nel Mare Antartico. Lo ha annunciato l’Agenzia della pesca giapponese. “Il peschereccio Nisshin Maru, che è inseguito da Sea Shepherd, ha sospeso l’attività dal 10 febbraio per ragioni di sicurezza”, ha spiegato un responsabile dell’Agenzia, Tatsuya Nakaoku. “Stiamo vagliando la situazione, e non è esclusa la possibilità di fermare la missione prima del tempo”, ha detto.

Il Giappone è uno degli ultimi Paesi che ha una flotta attiva per la caccia alle balene – e l’unico che pesca una quantità significativa di cetacei -, la cui carne è molto apprezzata e pagata nel mercato nero. Vige nel mondo il bando alla pesca dei cetacei, a rischio di estinzione, ma il Giappone si ostina a dire che la sua pesca ha “scopi scientifici”.

La flotta giapponese nel Mare Antartico, composta da un equipaggio di 180 persone e quattro navi, ha lasciato il Giappone alla fine del 2010 con l’obbiettivo di catturare 850 balenottere entro marzo. Nello stesso periodo del 2010, tuttavia, solo 506 animali vennero catturati a causa di difficoltà nelle attività anche per gli scontri diplomatici con Australia e Nuova Zelanda. Canberra, in particolare, ha presentato una denuncia contro il Giappone al tribunale mondiale dell’Aia per fermare la caccia nell’ Antartico.

Le  pressioni esercitate da molti paesi ma anche dalle associazioni animaliste, la più attiva delle quali è  la Sea Shepherd, sembrano star funzionando, e si potrebbe finalmente arrivare ad un’effettiva sospensione della caccia alle balene dopo 25 anni dal bando mondiale, arrivato nel lontano 1986.

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