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Fronte dell’antibracconaggio a Cipro: 1 milione di uccelli bracconati ogni anno

Scritto da Valeria Gatti il 26.09.2013

Cipro –  “Una volta libero, se vi è ancora vischio su zampette e penne, si usa acqua (o denti e saliva!) per pulirli definitivamente”. Fronte dell’antibracconaggio, campagna Cabs autunno 2013 in atto. Un volontario racconta in diretta l’esperienza sull’isola attraverso un blog. Tra uccelli feriti, trappole, fughe e commoventi liberazioni.

Bracconaggio Cipro

Paralimni, Sotira, Agia Napae Protaras e i territori ancora più caldi del Famagusta District. Forse ci siete stati la scorsa estate in vacanza. Cipro non è solo un’isola calda, dove rilassarsi e fare il bagno. Cipro è anche un’isola calda per i bracconieri e per chi contro di loro si batte. Numeri. Sono circa 800mila gli uccelli in pericolo sull’isola di Cipro ogni autunno. Uccelli migratori che vanno in cerca di un inverno caldo dove far riposare le penne. Uno dei volontari Cabs, Commitee Against Bird Slaughter, Paolo, apre un blog per raccontare in diretta e in prima persona ciò che vede attorno: reti, uccelli da liberare, centinaia di trappole, limestick, i bastoncini col vischio, e tanto caldo.

Una battaglia dura. Una battaglia che va portata avanti con la vista, le mani e con il cuore. Si vede da lontano la trappola, si percepisce un dimenarsi tra le frasche ed eccolo lì, il piccolo uccello che si dibatte intrappolato nel vischio. Liberarlo richiede precisione e pazienza. Ci si trova di fronte ad animali stressati, spaventati, che magari sono da ore intrappolati in quella morsa letale. “Quella contro il bracconaggio è una battaglia che il governo cipriota non vuole combattere – raccontano i volontari – è probabile che quasi un milione di uccelli muoia ogni anno a Cipro e noi volontari rischiamo di farci ammazzare per salvare solo pochi di loro”.

Come spiega Paolo “Afferrandoli dolcemente, usiamo un po’ di acqua per inumidire il vischio, tiriamo dolcemente e gradualmente, teniamo alla base le penne per evitare che si stacchino dal corpo perché perderle significherebbe compromettere non la vita, ma quantomeno la migrazione. Una volta libero, se vi è ancora vischio su zampette e penne, si usa acqua (o denti e saliva!) per pulirli definitivamente”.

Sparse sul territorio vi sono tantissime reti, che, attraverso richiami elettrici, ingannano decine di piccole prede. Una rete può arrivare anche a catturare un centinaio di uccelli in 4-5 ore. Andrea, un altro dei volontari Cabs, dice che a Cipro ci saranno dalle 3mila alle 5mila reti, con richiami elettronici di ultima generazione, che un tempo non esistevano. Agli uccelli che riescono a liberare dalle reti, i volontari dicono loro di volare liberi e di non ripassare più da Cipro. Si perché benché in quest’isola la cattura dell’avifauna migratoria non sia ammessa, anzi è proprio illegale, continua ad essere praticata. Perché? In primis vi è il discorso di continuare ad alimentare una vecchia tradizione culinaria, l’ambelopoulia. Si tratta di un piatto tipico a base di “uccello della vite”, la capinera appunto. Oltre a queste, le vittime più ambite sono anche silvidi, bigiarelle, bigie grosse, luì, pigliamosche e balie. Ma non vengono risparmiati nemmeno uccelli come cince, averle, gruccioni, upupe, ghiandaie marine, cuculi, gheppi, falchi cuculo, albanelle e gufi; nemmeno le due specie endemiche, la monachella di Cipro (Oenanthe cypriaca) e la silvia di Cipro (Sylvia melanothorax). Quelli che non sono venduti a caro prezzo ai ristoranti, oppure che non finiscono nelle gabbie, vengono uccisi sul posto e gettati via.

La buona nuova. Proprio in questi giorni sono riusciti a liberare un gufo tipico della zona, rimasto impigliato nel vischio. La notizia lanciata tra gli aggiornamenti della pagina Face Book Cabs dedicata. Ma le poche liberazioni sono una goccia nel mare e tanto resta ancora da fare (i volontari ne avranno ancora per una decina di giorni e più) e da sapere. Per esempio che sono probabilmente più di un milione gli uccelli morti ogni anno. I numeri delle catture risultano spaventosi.

Gufo Liberato

Circa 800mila l’autunno, quando scendono in Africa e altrettanti in primavera, quando volano per tornare in Europa. Non è solo il Cabs a battersi ogni anno contro queste pratiche crudeli. La scorsa primavera è giunta in aiuto anche la Polizia speciale delle Nazioni Unite. Tra le altre associazioni vi sono BirdLIfe International e BirdLife Cipro, LAC Lega per l’abolizione della caccia, i volontari di Friends of Earth Cyprus e altre. Paolo tornerà presto in Italia, ma anche da qui, continuerà a combattere con gli amici del comitato, in difesa di piccoli e delicati esseri che di voce rischiano di non averne più, neanche per cantare.

 

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