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L’uso dei fertilizzanti in agricoltura rende instabili le praterie

Scritto da Leonardo Debbia il 21.02.2014

Un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’Università del Minnesota (U of M) ha dimostrato che la fertilizzazione delle praterie naturali – intenzionale o accidentale, dovuta al riscaldamento globale o all’industria – sta avendo un effetto destabilizzante sugli ecosistemi delle praterie un po’ ovunque nel mondo.
Questo studio è il primo esperimento che utilizza una rete di siti di ricerca sulle praterie naturali, sparsi sul pianeta, chiamato ‘Nutrient Network’.

Prateria

Guidato da Yann Hautier, docente del Dipartimento di Ecologia, Evoluzione e Comportamento presso l’Università del Minnesota, in collaborazione con l’Istituto di Biologia Evolutiva e Studi Ambientali presso l’Università di Zurigo, il team di ricerca ha incluso anche Eric Seabloom ed Elizabeth Borer, professori associati della stessa Università del Minnesota, insieme a studiosi provenienti da Istituzioni di tutto il mondo. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature.

I ricercatori hanno scoperto che la diversità vegetale negli ecosistemi naturali dà luogo a ecosistemi più stabili nel tempo, grazie alla crescita meno sincronizzata delle piante.
In altre parole, la fioritura delle piante non è omogenea, bensì avviene in funzione delle necessità specifiche e quindi con tempi diversi.

“Questo, talvolta, è chiamato effetto portafoglio”, dice Seabloom. “Se avete denaro investito in due forme, entrambi titoli, ma di diversa tipologia – uno è un’azione e l’altro una obbligazione – e seguite il loro andamento, vedrete che questi seguiranno l’economia in generale in maniera diversa e avranno quindi più probabilità di equilibrarsi l’uno con l’altro”.

I ricercatori hanno raccolto anche piante da ciascuno dei siti, che sono poi state filtrate, essiccate e pesate per monitorare il numero di specie di piante e la quantità totale o ‘biomassa’, cresciuta nel tempo.
Queste informazioni sono servite per quantificare la diversità delle specie e la stabilità dell’ecosistema.
Dice Hautier: “E’ davvero impressionante osservare la relazione tra ‘diversità’ e ‘stabilità’ nonchè le somiglianze tra le praterie artificiali, che fanno parte di una ricerca denominata ‘BioDepth’, e le praterie naturali della ‘Nutrient Network’, in condizioni di dare gli stessi risultati delle praterie artificiali.”

Gli studiosi hanno scoperto che la diversità e la stabilità delle praterie sono ridotte dall’uso dei fertilizzanti, utilizzati intenzionalmente nel pascolo per aumentare le quantità di foraggio per il bestiame. L’abuso di fertilizzanti però proviene anche, involontariamente, dall’azoto, un fertilizzante comune che viene rilasciato nell’atmosfera dalle attività agricole, dall’industria e anche bruciando combustibili fossili.

Le piogge favoriscono il trasferimento di azoto dall’atmosfera alle praterie, influendo e cambiando la crescita e la tipologia delle specie di piante. In questo studio sono state distribuite quantità misurate di fertilizzanti su una parte dei siti di ricerca e sono stati esaminati quindi i cambiamenti che ne sono seguiti.

“Abbiamo scoperto che l’effetto stabilizzante della diversità delle specie è andato perduto. Ora ci sono ecosistemi meno stabili, al momento che una maggior quantità di sostanze nutritive affluisce in quel sistema”, afferma Borer.

E’ quindi stata trovata una crescita più sincronizzata delle piante, un’omogeneizzazione, in pratica una eliminazione dell’effetto-portafoglio.
Di questo passo in futuro aumenterà la quantità di erba che potrà essere coltivata, ma diminuiranno le specie, traducendosi quindi in minori quantità di foraggio disponibile.

La Nutrient Network, nota anche come NutNet, è una ‘campagna di base’ con 75 siti di ricerca sparsi nel mondo, che vengono seguiti da un centinaio di scienziati.
Si dovrebbero continuare gli esperimenti per almeno dieci anni per raccogliere le tendenze sul lungo termine delle diversità delle specie vegetali e della stabilità degli ecosistemi e tutti gli importanti cambiamenti che avvengono nelle praterie di tutto il mondo.

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