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Occupata pista da sci, protesta il comitato “Noi walser”

Continua la battaglia del comitato “Noi walser, per un turismo sostenibile e responsabile” per dire no alla pista di sci e all’assedio dei cannoni sparaneve ai piedi del Monte Rosa

Scritto da Valeria Gatti il 05.01.2013

Piane Valsesia, provincia di Vercelli – Continua la battaglia del comitato “Noi walser, per un turismo sostenibile e responsabile” per dire no alla pista di sci e all’assedio dei cannoni sparaneve ai piedi del Monte Rosa. Una pista da sci, la Pianalunga-Alagna, è stata infatti occupata dai dimostranti e chiusa al pubblico il 3 gennaio scorso. Frazione Piane è una piccola realtà montana costituita da un antico insediamento walser risalente al secolo XVII, dove ora risiedono una quindicina di abitanti, ed è inserita nel Piano Regolatore Comunale in “area di rilevante valore storico-ambientale”. In questo caso sport e tradizione sembrano entrare in netta collisione.

Sparo neve contro Fraz. Piane

Nelle valli del Monte Rosa, tra il Piemonte e la Valle d’Aosta, i walser si insediarono circa ottocento anni fa, provenendo da nord e dalla Germania. La frazione Piane è costituita pressoché integralmente da antiche case walser in legno, abitazioni che rappresentano un patrimonio culturale e ambientale unico, esempio di architettura alpina di alto valore estetico. Ora accade che gli eredi di quella cultura alpina e gli abitanti del luogo si trovino a fare i conti con una pista da sci che passa accanto alle loro case. Cannoni che a volte sparano la neve sui loro portici, gatti delle nevi che anche di notte battono rumorosamente il tracciato, sportivi che perdono sci e snowboard, lanciati a razzo nei loro giardini.

Una situazione che si è trasformata in una battaglia civile e legale che va avanti ormai da anni, battaglia condotta in primis da Alessandro Sbragia, rappresentante del comitato “Noi walser, per un turismo sostenibile e responsabile”, che contro la pista ha raccolto circa 2650 firme. Pochi giorni fa i membri del comitato e i residenti locali hanno occupato la pista di sci, pista che è parte del comprensorio Monterosa Ski, per portare avanti la protesta. Per altra parte, Monterosa 2000, che ne ha in carico la gestione, lamenta l’infondatezza e l’arbitrarietà della protesta e sostiene che la realizzazione dei lavori è stata fatta a suo tempo in accordo regolare con tutte le parti.

Come riporta La Repubblica di Torino, il gesto di aver occupato la pista ha fatto sì che Andrea Colla, direttore amministrativo di Monterosa 2000, esprimesse la sua opinione: “La protesta del signor Sbragia – ha commentato – ha causato un’interruzione di pubblico servizio e un grave disagio al turismo alagnese e della Valsesia in generale, in particolar modo nel periodo delle festività natalizie.” Da parte del comitato, si insiste sulla tutela del territorio “la pista di sci viene occupata allo scopo di porre all’attenzione di tutti una situazione che si sta incancrenendo. Sono in gioco la tutela ed il rispetto per un’antica frazione di case walser in legno, mirabile esempio di architettura alpina, la salute e l’integrità psicofisica dei cittadini che vi abitano con il rischio di conseguenze gravissime ed irreversibili.”

In sostanza, il comitato chiede che venga rispettata la salute dei cittadini, in quanto, come sostiene, i rumori dei mezzi battipista, delle motoslitte e delle lance di innevamento sono assordanti; inoltre non verrebbe garantita né la sicurezza degli sciatori, né degli abitanti, in quanto la pista sarebbe troppo a ridosso dell’abitato. Ciò che viene richiesto dal portavoce Sbragia e dai membri del comitato è un rimedio fattibile, ovvero  “l’allontanamento, con costi ragionevoli, del tracciato della pista di sci con l’impianto di innevamento artificiale a distanza di rispetto e di sicurezza dal centro abitato di Frazione Piane (almeno 150/200 mt. dalle case)”.

Sempre secondo quanto riferisce il comitato, lo spostamento sarebbe da considerarsi di impatto ambientale pressochè nullo, in quanto sarebbero necessari modesti lavori di movimentazione di terra e il taglio di non molte piante da considerarsi infestanti. “Allontanando il tracciato dalle antiche case della frazione Piane sarà possibile riequilibrare in modo accettabile il quadro paesistico ora gravemente compromesso e consentire nello stesso tempo di prevedere nei piani urbanistici un’area esterna di interesse storico e paesaggistico a protezione della “area di rilevante valore storico ambientale” conclude Alessandro Sbragia.

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  • Strambo Pietro scrive:

    Sono discendente Walser di Rimella, gradirei essere contattato da qualcuno del comitatato
    per poter segnalare altri piccoli scempi che
    si verificano nelle valli minori,parlo della
    Val Mastallone